La nuova discarica da rispedire subito al mittente

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Non solo: secondo il piano del commissario alle discariche Tino Vardé, nominato dal governo due mesi e mezzo fa, qui si potrebbero aprire ben due nuovi siti nelle cave al confine con Marano. Ieri la rabbia dei comitati si è riversata negli uffici della SapNa, l’agenzia che per conto della provincia ha la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, occupata alcune ore per chiedere chiarimenti.
«Non permetteremo che il nostro territorio venga nuovamente avvelenato – ha spiegato Egidio Giordano della Rete Commons – saremo solidali con tutte quelle comunità  che si oppongono ai piani devastatori di Cesaro, del governatore Caldoro e di Vardè». I cittadini sono esasperati: nel 2008 era stato promesso loro, parola di Berlusconi che se avessero accettato la discarica sul loro territorio sarebbe partita la bonifica e, al posto dell’enorme buco tritamonnezza, sarebbe nato un parco biologico.
Ora tutto sembra dimenticato: «Vogliono tornare a distruggere il territorio con altre discariche – spiega Ivo Poggiani, consigliere di municipalità  – quando le alternative come la differenziata, il compostaggio e il trattamento a freddo sono non solo possibili ma anche attuabili in 90 giorni». Per mercoledì prossimo è in programma alla rotonda Titanic, nota per i disordini e la repressione dei movimenti contrari alla discarica nel maggio di tre anni fa, un’assemblea per spiegare ai residenti i piani del governo. Nel frattempo, i comuni di Chiaiano e Marano hanno chiesto un incontro urgente al sindaco di Napoli che si è opposto non solo alla costruzione dell’inceneritore nella zona est, ma anche all’apertura di nuove discariche.
Ieri Luigi De Magistris – che in queste ore deve fare i conti con una recrudescenza della crisi, in strada si contano oltre 1600 tonnellate – ha preso carta e penna e, insieme all’assessore all’ambiente Tommaso Sodano, ha scritto al governatore Stefano Caldoro. Alla base dell’iniziativa, la richiesta di rendere effettivo il dispositivo per lo sversamento dei rifiuti di Napoli nelle province di Avellino, Salerno, Caserta e Benevento. Da settimane Caldoro, sotto pressione per la riottosità  dei presidenti di centrodestra, non autorizza i trasferimenti sul territorio: «Non possiamo più attendere – scrive De Magistris – l’ordinanza sarebbe anche un modo per dimostrare gratitudine verso la disponibilità  delle regioni. Indicare dei siti locali sarebbe un segnale di buona volontà  da parte della Campania».
Il sindaco ha quindi chiesto che nel fine settimana non vengano chiusi i siti di Avellino e Caserta, che hanno una disponibilità  ancora di circa 100mila tonnellate, per non rendere vani tutti gli sforzi di contenere le giacenze non raccolte. Intanto, se dall’Emilia Romagna arriva una buona notizia – il governatore Vasco Errani ha deciso di far arrivare 5mila tonnellate di immondizia e di portare i rifiuti in regione per i prossimi tre mesi – da Benevento, invece, dopo Salerno e Caserta, la provincia nega l’accoglienza ai sacchetti partenopei. In serata, tirato per la giacca, Caldoro ha lasciato la strada più soft del dispositivo e ha firmato l’ordinanza per i trasferimenti nonostante i dinieghi politici.


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