Ecco tutti i tagli alle agevolazioni fiscali pronto il piano B per trovare 15 miliardi

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ROMA – E’ il «piano B». Se la riforma dell’assistenza non si farà , una clausola di salvaguardia nella prossima legge di stabilità  dovrebbe far scattare la tagliola sulla selva delle agevolazioni fiscali contenute nel nostro ordinamento. La loro consistenza è nota ormai da tempo, da quando il ministro dell’Economia Tremonti insediò i quattro tavoli sulla riforma fiscale. Uno di questi aveva appunto il compito di setacciare le «tax expenditures», ovvero le agevolazioni fiscali: alla fine del censimento ne sono emerse 476 per circa 164 miliardi. Un «tesoretto» fiscale che tuttavia rischia di logorarsi: in un primo momento il taglio di queste agevolazioni avrebbe dovuto consentire di finanziarie la riduzione delle tasse a «saldo zero». Ma ora queste risorse sono vincolate all’obiettivo di riduzione del deficit per il raggiungimento del pareggio di bilancio e dunque, a fronte di un taglio delle agevolazioni, si verificherebbe subito un aumento della pressione fiscale.
L’applicazione del piano «B» così potrebbe essere un terreno minato. Intanto dai 160 miliardi bisogna toglierne una settantina che riguardano voci «intoccabili», come le detrazioni per carichi familiari (coniuge e figli), le detrazioni per lavoro dipendente parti integranti della busta-paga e delle detrazioni sui contributi previdenziali. Restano un centinaio di miliardi, dove potrebbe cadere la scure di Tremonti tagliando il 15 per cento, circa 15 miliardi, quelli necessari al pareggio.
Come fare? La giungla di agevolazioni del nostro sistema è in grado di mandare in tilt anche il commercialista più esperto, pagine e pagine di istruzioni sulla dichiarazione dei redditi rendono odiose, quanto ambite, detrazioni e deduzioni. Alcune fanno sorridere come quella per le cure veterinarie di cani e gatti di cui beneficiano 60 mila amici degli animali. Oppure duplicazioni come le agevolazioni per le donazioni alla Biennale di Venezia o all’Ospedale Galliera, ottime istituzioni ma che comunque potrebbero beneficiare del sistema più moderno del 5 per mille. E poi perché queste possono avere una casella nella denuncia dei redditi e gli altri no? La delega-tagliola, se applicherà  un taglio lineare a tutte le agevolazioni, dovrà  passare sopra a queste considerazioni e tirare dritto.
Che dire delle due detrazioni più gettonate? Quelle per mutui prima casa (ne beneficiano 3,8 milioni di contribuenti) e quelli per le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni (6,6 milioni di contribuenti): si parla di un tetto, ma è difficile per questo governo gravare fiscalmente la casa e imporre dei limiti di reddito alla tutela dei rischi. Strada in salita anche per le detrazioni al 36 per cento per le ristrutturazioni edilizie creato dal governo Prodi: ha avuto successo (4,8 milioni ne beneficiano) e aveva come scopo quello di combattere il «nero». Oppure le spese sanitarie: sono 18 milioni gli italiani che le detraggono regolarmente dalle tasse e non rinunceranno facilmente a questa prassi. Certo duplicazioni ci sono, soprattutto con l’assistenza: tutto un mondo che si potrebbe decidere di trasferire all’erogazione diretta degli aiuti. Ci sarebbe il risparmio sul fronte degli abusi, ma i saldi non si sposterebbero di molto. Dove si pensa di affondare la lama sono invece le agevolazioni Iva e quelle sulle accise (che ad esempio facilitano autotrasporto e traffico aereo). Ma anche in questo caso non sarà  facile fare i conti con gli interessi consolidati.


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