Sì ai tagli, Atene brucia

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ATENE.Papandreou ha guadagnato ieri una doppia vittoria. Da una parte è riuscito a far passare in parlamento 28,40 miliardi di euro di tagli, dall’altra grazie a poche decine di «soliti ignoti» e alla violenza gratuita della polizia, ha evitato di trovarsi di fronte al parlamento uno o due milioni di ateniesi che chiedevano le dimissioni del governo e la bocciatura del piano della Bce e dell’Fmi.

I tagli sono passati con 155 voti a favore (su 300 deputati) e Papandreou ha perso uno dei suoi deputati ma ha guadagnato il voto di una deputata conservatrice. Contro il «Programma di medio termine» hanno votato i conservatori di Nuova democrazia, l’estrema destra del Laos e i tre partiti di sinistra, Kke, Syriza e Sinistra democratica. I cinque deputati del partito centrista Alleanza democratica hanno votato «presente», frenando le tentazioni della sua leader Ntora Mpakogiani-Mitsotaki di votare «sì».
Il grande successo del primo sciopero generale di 48ore nella storia della Grecia ha paralizzato il paese. Gsee e Adedy, le federazioni sindacali dei settori privato e pubblico, devono ora affrontare il «giorno dopo». Le pesanti conseguenze economiche e sociali del taglio (del 20%) dei stipendi nel settore pubblico, la distruzione (per la pressione fiscale) dei liberi professionisti e delle piccole e piccolissime imprese, la distruzione dei rapporti di lavoro nel settore privato e uno tsunami di privatizzazioni, con la svendita di società  e partecipazioni del settore pubblico.
L’esecutivo ha scelto la strategia della tensione. Per evitare la rivolta popolare ad Atene e nel resto del paese ha scelto di trasformare Syntagma in un campo di battaglia: i poliziotti hanno messo a ferro e fuoco per due giorni la piazza e le strade vicine, utilizzando le provocazioni di un pugno di «soliti ignoti» per bombardare a tappeto i manifestanti pacifici, fino alle due di notte di martedì, con gas di tutti i tipi.
Stesso copione ieri, con gli agenti fermi a guardare i pochi incappucciati che rompevano marmi e gradini ma a caricare con estrema violenza gli «indignati» che stavano in piazza pacificamente! I partiti di sinistra, i sindacati e perfino i mezzi d’informazione – molti dei quali molto vicini a Papandreou – hanno denunciato questa strategia delle forze dell’ordine.
Dopo ore e ore di guerriglia urbana e la votazione dei tagli nel parlamento, centinaia di giovani e giovanissimi hanno partecipato con rabbia a una vera e propria intifada contro la polizia, avvolti in nuvole di fumo dai gas. Altre decine di migliaia di persone sono rimaste fino a notte fonda nei dintorni di Syntagma, resistendo ai gas e spostandosi di continuo per evitare le cariche della polizia ed i lacrimogeni.
Le decine di medici e il personale di assistenza degli «indignati» hanno mostrato ieri una gran coraggio aiutando centinaia di persone di ogni età , mentre la polizia è arrivata a sparare lacrimogeni anche nella stazione della metropolitana di Syntagma, dove gli «indignati» avevano allestito un ambulatorio che aveva assistito più di 500 persone con problemi respiratori e ferite.
Ancora peggio la polizia ha negato alle ambulanze di arrivare alla stazione di Syntagma per portare i feriti negli ospedali. I medici, attraverso i canali televisivi, hanno chiesto una «cintura di sicurezza», un’area senza agenti per permettere ai feriti di allontanarsi, ma la polizia ha risposto intensificando il lancio di candelotti. Il risultato è stato che è aumentata la rabbia non solo degli «indignati» ma anche di milioni di greci che hanno visto il comportamento disumano della polizia in diretta tv. Rabbia alimentata anche dalle scene e le fotografie di poliziotti delle squadre motorizzate «Dias» e «Delta» che salutavano facendo il segno della vittoria. Vittoria contro chi?
La brutalità  della polizia ha rotto anche la sottile linea di dialogo che negli ultimi giorni si era instaurata tra i sindacati della polizia e gli «indignati».
Gli ospedali di guardia ieri sera erano pieni di manifestanti con ferite e problemi respiratori, mentre i giudici di turno del tribunale di Atene lavoravano a pieno ritmo visto che la polizia ha fatto decine di fermi e arresti.
Le manifestazioni che si sono svolte nel resto del paese sono invece finite pacificamente e con enorme partecipazione, come la grande marcia a Salonicco contro la privatizzazione dell’acqua, dell’energia elettrica e del porto. Solo a Creta si sono verificati atti di violenza, con piccoli gruppi che hanno occupato e distrutto due sedi del Pasok a Hirakleio e Xania, dove è stata occupata anche la sede del comune.


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