L’accordo tra Roma e Bengasi fotocopia di quello con Tripoli
Nei giorni scorsi l’Italia ed il Consiglio Nazionale Transitorio (CNT) libico, l’organo di governo dei ribelli che controlla la Cirenaica, hanno firmato a Napoli un accordo per il contrasto dell’immigrazione clandestina. In particolare l’intesa mira a garantire la reciproca assistenza anche riguardo al rimpatrio di immigrati in posizione irregolare.
L’Accordo sembra, nella sostanza, la riedizione delle intese siglate nel 2008 con Gheddafi e condannate ripetutamente a livello internazionale.
Il cambio di regime in Libia è stato auspicato da molti, per porre fine al regime liberticida del Colonnello di Tripoli, ma l’esempio della protezione da accordare ai migranti, deve far riflettere: la tutela delle libertà fondamentali dovrebbe essere il banco di prova del nuovo regime per avere legittimità internazionale, ma così non, è almeno alla luce dell’Accordo.
Sull’Accordo è infatti da registrare la dura critica dell’Acnur (agenzia Onu sui rifugiati) alla politica italiana dei respingimenti, invocata dalla Lega. Del resto il numero dei rifugiati che trovano asilo nel nostro Paese è minimo, molto inferiore agli altri Paesi europei, appena 56.000 , ovvero appena uno per ogni milione di italiani.”In Libia – ha affermato Guterres il numero 1 dell’Acnur, c’è una guerra. E le persone che fuggono da un conflitto si chiamano profughi e hanno diritto alle tutele delle leggi internazionali. E’ necessario che tutti i governi accolgano queste persone e accordino loro il diritto d’asilo. Sarebbe inconcepibile un accordo che preveda il respingimento in mare o il rimpatrio
Anche Amnesty ha condannato l’intesa firmata alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato. “L’’Italia, si legge in un comunicato dell’Associazione umanitaria, ha scelto di negoziare intese miranti a facilitare il rinvio di migranti, richiedenti asilo e rifugiati verso situazioni di rischio, piuttosto che facilitare l’accesso, continua la nota, alla protezione di persone in paesi segnati da conflitti”. Amnesty conclude auspicando che l’Italia non ripeta gli errori del passato e scelga finalmente una strada diversa. la protezione dei rifugiati e dei diritti umani.
L’Accordo è stato contestato anche dall’Associazione Studi Giuridici Immigrazione (ASGI), particolarmente impegnata sulla materia immigrazione: in primo luogo l’intesa dovrebbe essere reso noto in tutti i suoi contenuti e preventivamente sottoposta al Parlamento, per la ratifica, inoltre l’Accordo impegna il nostro Paese e la CNT a rimpatriare gli stranieri irregolarmente parti dalla Libia. In tal modo, secondo l’ASGI, si violerebbero le norme del diritto internazionale. L’intesa infatti, mette a rischio, secondo l’ASGI, il diritto di asilo ed i più elementari diritti umani. L’Associazione auspica, infine, che ne sia impedita l’esecuzione.
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