Rifiuti, il richiamo della Ue “L’Italia rischia sanzioni”
NAPOLI – «Sono preoccupato, vedo pochi progressi». Mentre in Italia si litiga sui niet della Lega, a Bruxelles il commissario europeo per l’ambiente, Janez Potocnik, dice chiaro e tondo che, andando avanti di questo passo non solo l’Italia non rivedrà i fondi per la raccolta, ma va dritta verso una nuova multa. «Sto seguendo da vicino la situazione – dice il commissario – Guardando le immagini in tv di una Napoli sommersa dai rifiuti, vedo che il problema non è stato risolto, la situazione è addirittura peggiorata negli ultimi anni». Potocnik ricorda che nel 2007 fu aperta una procedura di infrazione contro l’Italia. Procedura che effettivamente ha portato a una condanna nel marzo 2010 da parte della Corte di Giustizia europea, con il congelamento di 500 milioni di fondi alla Campania. Ora il commissario paventa che si possa «riaprire una procedura di infrazione». Unica nota positiva, «mi incoraggia l’impegno del nuovo sindaco di Napoli». Il che porta Potocnik a considerare che «la commissione è pronta a cooperare con le autorità italiane in ogni modo utile per raggiungere un risultato positivo».
In realtà le autorità italiane sono alle prese con il famoso decreto per riaprire il trasporto dei rifiuti fuori Campania. Lega permettendo. Umberto Bossi ieri è uscito dal vertice di maggioranza con un laconico «Lasciamo stare. Non parlo di Napoli». I parlamentari campani del Pdl a loro volta si sono riuniti a Roma col presidente della Regione Stefano Caldoro, prima che questi si recasse a Bruxelles per incontri sull’intero complesso dei fondi europei. Sono ancora convinti che domani il decreto vedrà la luce. Mentre su Bossi e sui suoi si abbatte anche il richiamo della Conferenza episcopale italiana, con una nota della sua agenzia Sir: «È una questione nazionale, occorre la solidarietà dell’Italia settentrionale, che per decenni ha utilizzato non poche regioni meridionali per lo smaltimento dei rifiuti. Basta con logiche corporative». Secca la replica: «Irricevibile – dice il senatore Giuseppe Leoni – l’accoglienza dei rifiuti non è un dono di Dio». Intanto il Veneto continua a dire no e i leghisti emiliani chiedono al presidente Vasco Errani di negarsi alle richieste campane.
Intanto a Napoli la situazione migliora lentamente. Ieri il quantitativo a terra è sceso a 1400 tonnellate. Restano i roghi, una ventina nella notte. Un appello a non accenderli è venuto dal ministro della salute Ferruccio Fazio, che ha annunciato la prossima attivazione di un sistema di sorveglianza sulla salute col contributo di Istituto superiore di sanità , pediatri, Nas e Regione Campania. Calano invece le rivolte in città , ma cresce la tensione nei paesi attorno al Vesuvio, dove si torna a temere che il decreto possa puntare sulla riapertura della loro discarica. Tensioni anche in altri Comuni dove i rifiuti aumentano, ad esempio Giugliano e Castellammare. Entro due giorni i siti temporanei andranno a esaurimento e il decreto tornerà a essere vitale. Intanto il sindaco Luigi de Magistris ha inaugurato un servizio di isole ecologiche mobili per la raccolta differenziata, che da ieri girano per i quartieri, e ha ricapitalizzato con 43 milioni la società comunale Asìa che si occupa della raccolta.
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