Kabul, assalto all’hotel degli occidentali

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NEW YORK – Morti su morti, terrore a Kabul, squadre di kamikaze nell’hotel degli occidentali, i cecchini sul tetto che puntano il fuoco su chiunque si muova, l’incubo degli ostaggi e di due autobombe lanciate nel traffico e nel caos della città . L’Afghanistan da dieci anni dilaniato dalla guerra conosce il giorno dell’orrore più lungo. I Taliban come Al Qaeda: un attacco in stile Mumbai che fa tornare in mente la tragedia dei turisti e degli indiani catturati e massacrati. I Taliban che tornano all’attacco proprio a pochi giorni dall’annuncio di Barack Obama che il ritiro degli americani comincerà  davvero il mese prossimo. I Taliban che raccolgono e rilanciano il testimone insanguinato della rete terroristica che dopo l’uccisione di Bin Laden sembrava finalmente disfarsi.
Le notizie che arrivano dall’altra parte del mondo sono contraddittorie. Le prime informazioni parlano di una squadra di tre o sei kamikaze. Le minacce del portavoce dei guerriglieri del mullah Muhammad Omar fanno ancora più paura: «I nostri mujaheddin sono entrati nell’hotel» dichiara Zabiullah Mujahid «ormai si trovano su diversi piani dell’albergo e stanno andando camera per camera per cercare e colpire i 300 ospiti afgani e stranieri». È la cronaca di un massacro annunciato al quale nessuno vuole ancora credere.
Alissa J. Rubin è una giornalista del New York Times che si trova a Kabul e testimonia in diretta l’orrore: «Le forze di sicurezza afgane stanno ancora combattendo per cercare di riportare la situazione sotto controllo, ma il numero non è ancora chiaro». Non è ancora chiaro ma «funzionari occidentali parlano di almeno sei attentatori suicidi. E già  di una decina di vittime».
I racconti degli altri reporter si inseguono nelle notizie allarmate che campeggiano in tv. «Sentiamo ancora il rumore degli spari, vediamo uscire il fumo dall’hotel». L’Intercontinental è l’albergo più famoso di questa devastata capitale e subito si sparge la voce che l’hotel sarebbe in queste ore la sede di una importante delegazione straniera. Secondo Sky News alcuni occidentali sarebbero stati davvero presi come ostaggio: ma non ci sono conferme sui numeri. La Cnn rivela che qui, oggi, sarebbe dovuta cominciare un’importantissima riunione di sicurezza per discutere il lungo passaggio di consegne tra gli alleati e gli afgani. Molti governatori delle province si troverebbero quindi nell’albergo. Di più. Qui potrebbero essere state avviate anche le segretissime trattative tra il governo e i Taliban ribelli. I fedelissimi del mullah Omar e gli ultimi seguaci di Bin Laden sono venuti dunque per bloccare sul nascere il processo: e imporre la loro scia di sangue su qualsiasi negoziato.
I Taliban e il governo di Hamid Karzai combattono anche a colpi di drammatici comunicati. Il portavoce dei guerriglieri giura che sono già  almeno cinquanta i morti. Gli afgani non possono e non vogliono confermare il bollettino di guerra: «Stiamo ancora cercando di riportare ordine» dice uno dei capi della polizia di Kabul, Mohammad Zahir. Gli spari sarebbero stati uditi per una decina di minuti e anche più. Le testimonianze dell’afgana Tolo tv parlano di centinaia di ospiti occidentali presenti nell’hotel. L’Intercontinental è considerato l’unico albergo “sicuro” della capitale insieme all’Hotel Serena: proprio per questo l’attacco assume un aspetto ancora più sinistro.
Anche la Farnesina si è subito allertata per verificare l’eventuale presenza di italiani. Un giornalista di The National, Erin Cunningham, racconta alla Cnn di sentire ancora gli spari mentre si trova a meno di mezzo chilometro dall’hotel. L’attacco è partito quando a Kabul erano più o meno le dieci di sera. Molti agenti sarebbero feriti. Tutta la zona è stata subito avvolta dal buio interrotto dai lampi degli spari e dal fuoco che svetta dalla costruzione.
Proprio ieri il generale William Caldwell ha annunciato l’aumento del numero degli afgani impegnati nelle forze di sicurezze del paese: da 300mila a 350mila. Una cifra – ha detto – che dovrebbe assicurare la transizione. Poche ore dopo, invece, ecco l’attacco che fa ripiombare Kabul nei giorni più bui di una guerra cominciata giusto dieci anni fa. Dopo l’11 settembre.
Non è un caso che nella serata americana l’Fbi lancia l’allarme anche negli States: la prossima settimana, 4 luglio, è la festa dell’Indipendenza e Al Qaeda potrebbe tornare a colpire anche qui. Era la minaccia contenuta nei diari di Bin Laden ritrovati ad Abbottabad. A qualche centinaio di chilometri di distanza da quell’hotel di Kabul che adesso brucia di orrore.


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