Milano, la scelta del Papa: Scola arcivescovo

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Venne allontanato per la sua vicinanza a don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione. E molti già  scommettono sul tipo di approccio che il successore di Dionigi Tettamanzi avrà  nei confronti di una città  che ben conosce (è nato a Malgrate, non lontano da Lecco), e che ama non meno di quanto ami Venezia, come ha fatto capire di recente.

Si risolve così il lungo rebus della successione a Tettamanzi. «La sua è una nomina di grande spessore», spiega un osservatore di cose vaticane. E molti ritengono Scola già  un forte papabile, visto che Milano ha dato due Pontefici, Achille Ratti e Giovanni Battista Montini. Scelto da Benedetto XVI dopo una consultazione che ha visto prevalere la sua figura di teologo (è stato rettore dell’Università  Lateranense) e di pastore (prima di Venezia ha guidato Grosseto), Scola ha partecipato al conclave del 2005. Ma ha anche continuato, come scrive il sito Vatican insider che ieri ha anticipato la notizia della nomina, «a mantenere un rapporto personale» con Joseph Ratzinger.
A quasi 70 anni Scola guiderà  Milano non per molto: cinque anni, forse sette, vista la doppia proroga concessa al suo predecessore. Una sfida comunque difficile, nella diocesi più grande del mondo. Affronterà  ad intra questioni delicate come il nuovo lezionario della messa di rito ambrosiano, che ha trovato autorevoli stroncature, e l’ipotesi di accorpamento delle parrocchie, per una diocesi così larga come quella meneghina. E ad extra il rapporto con la Curia diocesana, che non ha forti simpatie per Cl, ed è più orientata verso le istanze sociali promosse dal centro sinistra. «Tuttavia – invita a considerare un esperto di lungo corso di questioni vaticane – sarebbe utile andarsi a riprendere i sunti delle relazioni avute da Scola con l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. Sono molto positive e costituiscono un ottimo biglietto da visita per leggere come si svilupperà  il suo rapporto con il nuovo sindaco di Milano, Giuliano Pisapia».
Interessante sarà  anche il suo interagire con Cl. Secondo alcuni Scola, da persona intelligente, manterrà  con il movimento un rapporto equilibrato, proprio perché sa di avere gli occhi addosso. Di certo non ha dimenticato il passato, quando, figlio di un camionista e di una casalinga, maturità  al liceo classico Manzoni di Lecco, laurea in filosofia all’Università  Cattolica, decise di diventare prete da adulto. Ma alla vigilia dell’ordinazione, il rettore Attilio Nicora decise di bloccare il giovane ciellino Scola, che dovette trasferirsi a Teramo. Poi gli studi a Friburgo, e una carriera ecclesiastica brillante. Cardinale nel concistoro del 21 ottobre 2003, per colmo assieme allo stesso Nicora, con il quale non risulta che si sia poi spiegato. Quest’ultimo era però presente alla riunione del 9 maggio scorso, che stabilì la terna decisiva per Milano. Oggi c’è chi teme che il mandato di Scola sia quello di normalizzare la diocesi ambrosiana. Più probabile che il nuovo arcivescovo voglia continuare a volare alto, anche con le sue iniziative internazionali di successo, come quella della fondazione “Oasis”.


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