Italia, l’immigrazione è “giovane”: il 70% ha meno di 39 anni

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ROMA – Secondo l’Istat, gli stranieri residenti in Italia ammontano a 4 milioni 563 mila all’1 gennaio 2011, facendo così registrare un incremento di 328 mila unità  (per un saldo totale del 7,5%) rispetto all’1 gennaio 2010. Proprio i dati del 2010 (che parlano di 4.235.059 i cittadini stranieri residenti in Italia, di cui 932.675 sono minori e 572.720 sono nati in Italia) rappresentano il quadro aggiornato (perché contenente anche dati analisi su altre voci del fenomeno migratorio) fornito questa mattina a Roma dalla Campagna “l’Italia sono anch’io”, promossa, nel 150° anniversario dell’unità  d’Italia da 19 organizzazioni della società  civile con lo scopo di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza e la possibilità  per chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunità  di cui fa parte (diritto di voto).
I numeri dell’Istat raccontano così la progressiva stabilizzazione dei cittadini stranieri residenti nel nostro paese, la loro concentrazione nelle fasce di età  più giovani e dunque nella componente della popolazione attiva, la crescita del numero dei figli dell’immigrazione che nascono o comunque vivono in Italia sin dalla tenera età .
Si tratta di persone che vivono, studiano, lavorano nelle nostre città , contribuiscono allo sviluppo economico e sociale del nostro paese ma non hanno il diritto di partecipare alle decisioni che le riguardano: sono infatti ancora prive del diritto di voto amministrativo. Come sempre, va sottolineato che i numeri Istat differiscono in parte da quelli proposti annualmente dal Dossier Caritas-Migrantes, che appunto per il 2010 registrava un numero superiore di circa 700 mila unità . Una differenza dovuta da un lato alla quota di stranieri che pur presenti e in regola con le norme sull’ingresso e il soggiorno, non sono (ancora) registrati in anagrafe, e dall’altro a quelle persone per le quali era stata presentata domanda di regolarizzazione e che sono autorizzate a restare in Italia fino alla definizione della loro pratica.

Distribuzione demografica. Il fenomeno migratorio in Italia è un fenomeno “giovane”. La distribuzione demografica della popolazione straniera, infatti, evidenzia una concentrazione nelle fasce di età  più giovani: ha meno di 18 anni il 22% dei cittadini stranieri residenti, vale a dire 933.693 ragazzi (contro il 16,9 dell’intera popolazione); ha un’età  compresa tra 18 e 39 anni il 47,2% dei cittadini stranieri, cioè 1.999.617 persone (solo il 28,9% della popolazione complessiva) mentre gli ultraquarantenni stranieri sono solo il 28,5% e solo il 2,3% ha un’età  superiore ai 65 anni (gli ultraquarantenni e gli ultrasessantacinquenni totali sono rispettivamente il 34,9% e il 20,2%). 
Da sottolineare che ben l’8,1% dei residenti stranieri ha tra 0 e 4 anni (345.066 bambini) e il 6% tra i 5 e i 9 anni (253.938).
“I cittadini stranieri contribuiscono dunque allo sviluppo dell’economia italiana e alla sostenibilità  del sistema di welfare molto più di quanto pensiamo”, rilevano i promotori della campagna. 


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In un Paese che solo un decennio fa prometteva il paradiso in terra ai lavoratori flessibili e oggi invece insulta la maggior parte dei suoi abitanti, ormai destinati al precariato a vita, lasciando in carica un ministro che li definisce «l’Italia peggiore», non ci si può stupire se la popolazione vive imprigionata nel presente e i giovani sognano di scappare all’estero. Due dati che emergono da due diversi rapporti: la ricerca del Censis intitolata «Il rattrappimento del presente», illustrata ieri a Roma, e il VI rapporto della Caritas Migrantes dedicato agli italiani nel mondo in occasione dei 150 anni.

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