Doppie bollette, extracosti e contenziosi quando cambiare utenza è una via crucis
ROMA – Due bollette per un contatore. Un telefono per due operatori. Un incubo che vivono migliaia di italiani quando decidono di cambiare fornitore di luce, gas o telefonia fissa. Oppure quando il cambio avviene in modo inconsapevole, con il furto di numero di utenza o falsificazione della firma. Nel primo caso può succedere che il precedente gestore di energia non comunichi l’ultima lettura al nuovo fornitore, o fornisca una lettura presunta (più alta rispetto di quella reale) o un conguaglio sbagliato, cosicché possono passare mesi prima di ricevere la prima fattura del nuovo fornitore.
«Nel 2010 sono arrivati 70mila reclami alle associazioni di consumatori di cittadini che si sono trovati con contratti di fornitura mai richiesti, con in calce una firma falsa; contratti attivati nonostante l’esercizio del diritto di recesso entro dieci giorni; mancate risposte a reclami, che devono arrivare entro 40 giorni come previsto dal garante» spiega il vicepresidente di Federconsumatori, Mauro Zanini -. Senza parlare di bollette gonfiate e fatturazioni errate: lo scorso anno Enel ha emesso 450mila bollette errate, soprattutto in Triveneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Tanti lamentano il pessimo servizio di switch-off. Nonostante tutto, dal 2007 alla fine del 2010 il 15% delle famiglie italiane ha cambiato fornitore di energia elettrica, mentre per il gas siamo ancora fermi all’8%».
Il problema, specialmente nel gas, è che c’è poca informazione e l’esistenza di un’azienda, l’Eni, che, oltre a essere proprietaria delle rete di distribuzione, di fatto vende il gas all’ingrosso agli altri operatori concorrenti che, quindi, non possono applicare prezzi competitivi. «Il maggior livello di concorrenzialità del mercato all’ingrosso, il differente assetto delle infrastrutture di trasporto e distribuzione, e la presenza di apparecchiature e sistemi di misura più avanzati hanno favorito un maggior sviluppo del mercato elettrico rispetto a quello del gas naturale. L’Autorità sta lavorando su questi elementi per ridurre le asimmetrie» spiega Massimo Ricci, direttore Mercati dell’Authority dell’energia. Nel settore elettrico c’è stata una riduzione di oneri stimabile in oltre 4,5 miliardi di euro all’anno, rispetto al 1999. Tra le proposte allo studio c’è la revisione periodica del regime di “maggior tutela” dell’elettrico «che consentirebbe di acquisire elementi per un’eventuale revisione degli attuali assetti se si evidenziasse un insufficiente sviluppo della concorrenza. Revisione che potrebbe essere su base biennale, attuata attraverso un’istruttoria dell’Autorità , per valutare ulteriori possibili misure di promozione della concorrenza».
Le associazioni di consumatori nel 2010 hanno inoltrato tremila domande di conciliazione paritetica, ossia protocolli di conciliazione con i principali operatori del mercato (Eni, Enel Sorgenia ed Edison), cui si ricorre se i gestori non rispondono al reclamo entro 40 giorni in modo pertinente ed esaustivo. Lo strumento della conciliazione paritetica, che nel settore dell’energia inizia a decollare ora, è a pieno regime nel settore della telefonia. Le azioni sanzionatorie del Garante delle comunicazioni (Agcom) nei confronti degli operatori nel 2010 hanno fatto rientrare nelle tasche dei consumatori 10 milioni di euro, in forma di indennizzo, grazie ai processi di conciliazione attivati dai Corecom, gli organismi di controllo regionale delle comunicazioni.
«Nel 70% dei casi di conciliazione paritetica si sono registrati dei successi. Il tutto è gratuito e l’udienza di conciliazione arriva in 30-60 giorni – fanno sapere dall’Agcom – . In questi anni è diminuita la quota di denunce all’Agcom nei confronti di Telecom per passaggio non richiesto a nuovo operatore (15%), sorpassata da Teletu (20%). Teletu ha richiesto di non essere sanzionata finanziariamente ma con il cosiddetto “impegno” a tenere comportamenti corretti», ma l’Autorità non lo ha concesso e l’operatore ha dovuto rimborsare centinaia di migliaia di euro ai consumatori truffati. Le azioni sanzionatorie hanno portato in soli due anni alla riduzione a un decimo del numero delle denunce pervenute all’Autorità , passando dalle 1.167 del primo bimestre del 2009 alle 128 dell’ultimo bimestre di quest’anno. «Anche noi abbiamo visto ridurre del 30-40% l’avvio di procedure di conciliazione» osserva Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori – Però la cattiva gestione del processo di apertura del mercato delle tlc ha condizionato negativamente i cittadini quando hanno avuto la possibilità di cambiare gestore dell’energia, terrorizzati di incorrere negli stessi problemi della telefonia fissa. Ora l’intoppo è nei nuovi servizi che servono realmente ai cittadini, cioè la banda larga, ancora troppo cara e troppo lenta, sovraccarica di contenuti. E i costi ricadono sempre sul cittadino, non sulle aziende che sulla rete si arricchiscono, come Google e Facebook».
Related Articles
Anticamorra, i gesuiti a Scampia. Come coltivare felicità e talenti
Nel Centro Hurtado a Scampia non ci sono riproduzioni alle pareti. Solo opere autentiche, donate da artisti affascinati dalla determinazione con la quale il rettore Fabrizio Valletti, gesuita, si dedica a «liberare» il quartiere dal dominio della camorra. Missione difficile in un territorio di 100 mila abitanti dove per molti l’alternativa alla fuga è accettare lavoro nero o proposte criminali: un equilibrio infernale dove la paura spegne qualsiasi velleità di progettare il futuro.
I dannati della cella. Morire di carcere
Il “Libro Bianco sulle droghe 2020”, realizzato da un’ampia rete di associazioni, è stato presentato alla Sala Stampa della Camera dei Deputati. Pubblichiamo qui l’intervento di Sergio Segio sulle morti in carcere
Addio a Margara. Non mollare
Da questo agosto 2016 il popolo delle carceri è ancora più solo. Con Sandro Margara scompare una delle figure più preparate e umanamente coinvolte nel pianeta separato e negletto delle prigioni