Confindustria al fianco di Tremonti “Il governo sostenga la manovra”

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ROMA – Confindustria si schiera con Tremonti e appoggia in modo incondizionato la sua intenzione di varare al più presto una manovra da 40 miliardi per arrivare al pareggio di bilancio nel 2014. Il giorno stesso di Pontida – ma prima ancora che Bossi parlasse – e solo poche ore dopo la manifestazione in cui Cisl e Uil avevano chiesto al governo la riforma fiscale, le imprese hanno teso la mano a Tremonti dicendogli di tirare dritto per la sua strada. Una posizione netta che più netta non si può: «A fronte del grave deterioramento della situazione finanziaria internazionale – recita una nota dell’associazione – Confindustria ribadisce che occorre la massima coesione della maggioranza e di tutte le forze politiche per dare attuazione al piano di rientro dei conti pubblici predisposto dal Ministro dell’Economia».
Il piano di Tremonti, ricordano gli industriali, «è stato approvato dal Parlamento», ed è già  stato «avvallato dall’Unione Europea»: ora «è essenziale che l’Italia mantenga fede agli impegni che si è assunta nei confronti della comunità  internazionale». Dopo l’avvertimento di Moody’s – che si è riservata la possibilità  di declassare il rating dell’Italia e che lo stesso ministro ha interpretato come un appoggio alla sua linea di rigore – ecco quindi un’altra spinta volta a rendere prioritario l’equilibrio dei conti pubblici. Ancora più esplicite sono state le parole di Diego Della Valle. «Tremonti ha fatto bene il suo lavoro» ha dichiarato l’industriale ai microfoni di Sky. 
Plausi e appoggi che la Cgil non asseconda: si può evocare, come Confindustria ha fatto «una coesione politica della maggioranza, ma è evidente che in questo Paese una maggioranza politica non c’è più» ha detto la sua leader Susanna Camusso. Il segno della manovra, ha precisato, «deve essere redistributivo e non deve scaricare sui lavoratori tutti i costi di questa presunta opera di risanamento». Bonanni della Csil – che due giorni fa era in piazza con la Uil di Angeletti – chiede di conciliare «la linea del rigore con la giustizia sociale» e di «inserire nella manovra anche la delega per la riforma fiscale». Ma lista delle misure che Tremonti ha preparato percorre altre strade: i 40 miliardi necessari a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014 guardano alla sanità , ai ministeri, agli enti, ai costi della politica e alle pensioni. Dalla sanità , con il passaggio dai costi storici a quelli standard, si dovrebbero recuperare 6 miliardi. Lo stesso metodo applicato ai ministeri dovrebbe portarne altri 5. Nel menù è compreso anche un taglio ai costi della politica, forse una nuova stretta per il pubblico impiego e forse ancora un innalzamento dell’età  pensionabile dai 60 ai 64 anni per le donne che lavorano nel settore privato.

 


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