Così il volontariato regala lavoro e dignità 

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Nel 2008 le aziende milanesi hanno inserito nei loro organici 2.292 lavoratori provenienti da categorie protette, di questi solo l’ 1,18%erano invalidi psichici. Nel 2009 le assunzioni sono state 1.511 e la percentuale è rimasta ferma all’1,65%. A ottobre 2010 risultano iscritti al servizio di collocamento della Provincia di Milano poco più di settemilacinquecento lavoratori di categorie svantaggiate, il 32,7%ha alle spalle una storia psichiatrica. Numerosi quindi, ma invisibili. È inutile girarci intorno: lo stigma nei loro confronti è ancora presente e agisce da deterrente.
Pregiudizi da smontare «Certi stereotipi sono difficilissimi da abbattere» , ammette Francesco Baglioni, direttore di «Club Itaca» , centro del privato sociale organizzato come un club dove i soci svolgono una serie di mansioni per abituarsi gradualmente alle attività  lavorative. «C’è ancora l’idea che il lavoratore con invalidità  psichica sia imprevedibile, possa diventare violento, non sappia lavorare in squadra e non sia produttivo» . A dimostrare il contrario ci sono gli esempi di aziende che, senza troppi problemi hanno assunto ex depressi, bipolari, schizofrenici. All’Ikea di Corsico lavorano 21 persone provenienti da categorie protette, fra loro anche invalidi psichici. «Procediamo per gradi, con un tirocinio più lungo rispetto a quello tradizionale e con l’appoggio di due tutor, uno interno e uno esterno» , racconta il direttore del personale Lorena Canegrati. Così per tutta la durata dell’inserimento il lavoratore ha al suo fianco una persona di cui si fida, che lo incoraggia e lo sostiene. Problemi? «Nessuno, anzi c’è un ritorno positivo sulla squadra, più motivata e disponibile» . Inserimento di successo Stesso tono della testimonianza da Young &Rubicam Brands, dove dal 2006 lavora con un contratto a tempo indeterminato Renato Rovelli, 44 anni, una lunga depressione agli inizi degli anni Novanta con ricoveri e psicofarmaci, e oggi una storia professionale di successo. «Lavoro come assistente all’ufficio del Personale e sono rinato» , racconta. «Mi occupo dello smistamento della posta e della compilazione del registro degli orari.
Mi sento accettato, arrivare in ufficio la mattina è una gioia» . «Un’esperienza più che positiva» , conferma il direttore generale Marco Bonanni. «Nei primi mesi accanto al signor Rovelli c’era un operatore di Club Itaca, poi si è reso autonomo» . Questione culturale Ma come incentivare, allora, l’impiego di invalidi psichici? Scuote la testa Anna Mancino, responsabile degli inserimenti della cooperativa sociale Adelante Dolmen, cinque lavoratori di categoria protetta in organico. «Le leggi ci sono e alcune, anche a livello locale come accade alla provincia di Milano, sono create apposta per agevolare l’incontro fra domanda e offerta e tutelare l’azienda nell’eventualità  che il lavoratore abbia ricadute e si assenti. Mancano invece cultura e informazione» .

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Le onlus: «Le leggi funzionano Ma sconfiggere i pregiudizi è dura»

Lo stigma è forte e influenza negativamente. «Un vero peccato, perché anche chi ha un problema di salute mentale può rivelare capacità  inaspettate» , spiega lo psichiatra Thomas Emmenegger, presidente della cooperativa Olinda, nata all’interno dell’ex Pini. «Non possiamo prevedere la riuscita professionale di una persona finché non la mettiamo alla prova — dice— ma studi dimostrano che chi ha collezionato tante esperienze, non importa se negative, ha una più alta possibilità  di ingresso nel mondo del lavoro» .
Fra le prime unità  di Psichiatria ad aprire un’agenzia di lavoro quella dell’Ospedale Sacco. «Abbiamo iniziato nel 1997 — racconta Andrea Quarenghi, coordinatore di Ala Sacco— e oggi ci muoviamo assieme ai dipartimenti di salute mentale del territorio milanese, Provincia, Comune, Asl, Sindacati e Medicina del Lavoro, per individuare strategie vincenti» . «Ci sono ancora molti bisogni sommersi — aggiunge Carmine Pismataro, responsabile scientifico di Ala San Paolo— ma il piccolo trend di crescita che stiamo registrando ci conferma che siamo nella direzione giusta: un’assunzione nel 2008, tre nel 2009, cinque nel 2010 e l’anno scorso, in piena crisi economica, sette pazienti hanno ottenuto il posto in aziende» .
 Queste le associazioni che sono più attive sul campo: Club Itaca (www. progettoitaca. org/club-itaca); Ala Sacco (http://ala. hsacco. it); Ala San Paolo contattabile attraverso il sito www. ao-sanpaolo. it/curarsi/psichiatria; Olinda (www. olinda. org); Adelante Dolmen (www. adcoop. it); Procaccini14 (www. laboratorioprocaccini. it); Gruppo Dipartimentale Lavoro Niguarda (www. ospedaleniguarda. it). (M. Gh.)


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