I miliardi dei narcos nelle banche Usa
Banche Usa e cartelli della droga messicani mantenevano stretti contatti per riciclare i proventi del traffico di cocaina. Quella che sembrava solo una credenza popolare, oggi, dopo una serie di inchieste, anche giornalistiche, sembra essere un’amara realtà .
Per capire cosa succede bisogna, però, fare unpasso indietro nel tempo e tornare all’aprile 2006 quando all’aeroporto di Ciudad del Carmen un DC9 venne sequestrato dalle autorità locali perché trasportava circa sei tonnellate di cocaina proveniente dalSudamerica dal controvalore in dollari Usa pari a circa 125 milioni.
La scoperta della sostanza stupefacente e il sequestro dell’aereo hanno consentito alleautorità di analizzare a fondo la vicenda e scoprire un intreccio pauroso fra i narcos e un istituto di credito statunitense, banca Wachovia. Dalle indagini scaturite in seguito al blocco del velivolo è stato anche scoperto che gli stessi narcos erano proprietari dell’aereo e che era stato comprato con i dollari riciclati presso la banca Wachovia.
Questo ha consentito agli inquirenti di scoprire come i cartelli della droga riciclassero denaro con la complicità di banche Usa. E i numeri che sono stati forniti sono davvero impressionanti. Circa 380 miliardi di dollari (un terzo del Prodotto interno lordo nazionale messicano), sono stati riciclati nel corso degli ultimi anni. E non deve essere stato semplice per gli investigatori seguire le tracce lasciate da bonifici bancari, travel cheques e conti correnti, sparse nelle varie filiali della banca. Anche perchè secondo le notizie pubblicate dal britannico The Observer e da molti quotidiani Usa, i movimenti segnalati fino a oggi sono riconducibili solo al periodo 2004 /2007, quindi c’è da pensare che siano davvero molti di più i miliardi di dollari che Wachovia ha contribuito a riciclare.
Ma il capitolo che riguarda l’istituto di credito è fra i più interessanti e allo stesso temponebulosi che riguardano questa vicenda.
Dopo le indagini, infatti, i tribunali statunitensi hanno aperto un processo contro la banca accusata di aver aggirato le norme antiriciclaggio dal quale è scaturito un accordo, la banca ha versato 150 milioni di multa allo stato americano a titolo di risarcimento. Una quantità di denaro irrisorio rispetto all’enorme parte che fu riciclata. Non solo. In modo molto strano i dirigenti maggiormente invischiatinell’affaire sono stati semplicemente licenziati, altri solo multati. Di fatto a loro carico non è stato sollevato alcun processo. In molti si sono chiesti il perchè di tanta tolleranza nei confronti di una banca e di dirigenti che si sono resi complici dei narcos messicani.
C’è dell’altro. Secondo quanto riportato da alcuni siti internet d’informazione che hanno citato il capo della lotta alla droga dell’Onu, l’italiano Antonio Maria Costa, le uniche disponibilità finanziarie liquide presenti nelle banche Usa durante la profonda crisi del 2008 erano quelle relative ai proventi del traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica.
I narcos messicani sono molto potenti con le armi, tanto che nel corso degli ultimi anni il numero delle vittime relativo alla guerra fra cartelli ha sfiorato quota 45mila morti.
Ma hanno dimostrato di essere molto potenti anche a livello finanziario riuscendo a corrompere fior di istituti bancari che hanno contribuito al riciclo del denaro sporco. Adesso è compito delle autorità capire se le banche in questione fossero davvero all’oscuro delle operazioni sporche che stavano mettendo in pratica.
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