“Abbiamo 110 anni e tanti giovani con noi, i vecchi sono gli altri”

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Landini, come si sente ad essere il   segretario generale di un sindacato   con 110 anni di storia?   «Beh, l’età  non si sente. Si sente   invece la responsabilità  di guidare   un sindacato che è si è sempre   battuto per trasformare la società ,   che ha contribuito alla conquista   di diritti fondamentali   per i lavoratori, oggi rimessi in   discussione. Non ci sentiamo   vecchi anche perché proprio negli   ultimi tempi sentiamo attorno   a noi l’affetto di tanti giovani   e il rinnovato interesse per le   questioni del lavoro. Un’attenzione   che rende felici ma che allo   stesso tempo aumenta, se possibile,   le nostre responsabilità ».   La Fiat ha chiesto la cassa integrazione   per cessazione attività  a Pomigliano,   due anni di cig per ristrutturazione   e riorganizzazione   nel polo logistico di Noia e due   per cessazione attività  dell’ex Ergom.      «Credo che questa notizia confermi   tutti i dubbi sugli investimenti   e sui tempi della vicenda   Pomigliano. Dopo il referendum   qualcuno parlava di futuro radioso.   Invece quasi un anno dopo ci   troviamo di fronte alla cassa integrazione   in deroga che scade il   18 luglio e l’azienda che ne chiede   per altri due anni, decidendo   di chiudere altri suoi stabilimenti.   Il problema è che le cose che   la Fiat ha raccontato un anno fa   si stanno rivelando false. Avevano   detto più occupazione e invece   gli operai sono in Cig e non   sanno assolutamente quanti e   quando torneranno a lavorare.   Mi pare di poter dire che, un anno   dopo, avevamo visto giusto   su Pomigliano. Colpisce che il governo   e la politica in generale   continuino a mettere la testa sotto   la sabbia per non vedere la   realtà  e che rimangano subalterni   alla Fiat».   In questo quadro, domani inizia a   Torino il processo per il trasferimento   d’impresa della Newco a   Pomigliano…   «Mi pare che quanto successo avvalori   la nostra tesi. Noi chiediamo   al giudice di accertare la palese   violazione di legge italiane ed   europee sul trasferimento d’impresa,   visto che gli operai si devono   dimettere da un’azienda e verranno,   forse, assunti da un’altra   che fa lo stesso mestiere».   Non è che oramai la via giudiziaria   è l’unica che seguite?   «Da quando esiste il diritto del lavoro   un sindacato che si trovi di   fronte ad un’impresa che viola le   leggi ricorre alla magistratura. È   quindi un’attività  sindacale. E   non è vero che facciamo solo   quello, come questa tre giorni di   Bologna dimostra».   Susanna Camusso è venuta alla festa   e ha difeso le ragioni della   Fiom. Come sono i rapporti con la   confederazione?   «Il rapporto con la Cgil in tutta la   nostra storia è stato dialettico,   tra entità  forti. In questo momento   mi pare che dopo lo sciopero   generale del 6 maggio da parte   della confederazione ci sia grande   attenzione per i temi da noi   sollevati, in primo luogo rappresentanza   e contro gli accordi separati.   Chiediamo alla Cgil continuità    sotto questo aspetto, chiedendo   una legge sulla rappresentanza   che renda obbligatorio il   voto dei lavoratori su ogni accordo.   Non certo quella proposta da   Sacconi che vuole sostituire il   contratto nazionale con quelli   aziendali».   E con gli altri sindacati? II perdurare   dell’atteggiamento Fiat potrebbe   far cambiare idea a Fim e Uilm?      «Al momento non vedo segnali   di ravvedimento. Anzi, la Uil ha   appena disdetto l’accordo del   ’93 sulla rappresentanza, andando   in direzione opposta. Ma continuiamo   a sperare che un ravvedimento   alla fine ci sia. Noi siamo   sempre pronti a coglierlo».I   rapporti con la Cgil   «Tra noi c’è sempre stata   dialettica. Dopo lo   sciopero generale noto   più attenzione ai problemi   da noi sollevati»   E quelli con Cìsà­ e Uil   Non vediamo al momento   segnali di “ravvedimento”   da Fim e Uilm, ma   continuiamo a sperare e   siamo pronti a coglierlo       


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