Il coma in Italia: in maggioranza maschi, 55 anni, 3 su 4 per arresto cardiaco

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MILANO – Sono in maggioranza maschi, con un’età  media di 55 anni i pazienti che si trovano in condizione di stato vegetativo (Sv) o di stato di minima coscienza (Smc). Tre su quattro sono entrati in coma a seguito di un arresto cardio-circolatorio o per emorragie cerebrali e poche regioni, concentrate soprattutto al Nord, hanno strutture adatte ad accoglierli. E’ quanto emerge dal progetto di ricerca nazionale “Funzionamento e disabilità  negli stati vegetativi e negli stati di minima coscienza” presentato oggi a Milano.  Il progetto, coordinato dal 2009 dalla neurologa Matilde Leonardi e dai suoi collaboratori dell’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano, ha analizzato le condizioni di 602 pazienti (566 adulti e 36 bambini). La ricerca si è svolta in 16 regioni italiane e ha visto il coinvolgimento di 78 centri italiani, 39 tra associazioni e federazioni di familiari. “Abbiamo potuto analizzare dati sul più ampio campione di persone in Sv e Smc mai riportato in letteratura”, spiega Matilde Leonardi, che dirige anche il progetto Coma Research Centre, Centro Ricerche sul Coma, in corso presso la Fondazione Besta.

Il 70% dei pazienti si trova in condizione di stato vegetativo, mentre il restante 30% è in stato di minima coscienza, ovvero una situazione di possibile evoluzione del coma, caratterizzata dalla ripresa della veglia.  Tra gli adulti l’età  media è di 55 anni e nel 60% dei casi sono uomini. “Nell’80% dei casi la la distanza media dall’evento acuto è di cinque anni -spiega Matilde Leonardi- e nel restante 20% che supera questo lasso di tempo si trovano diversi pazienti in SV o in SMC da più di 15 anni”. Quasi otto pazienti adulti su dieci (il 74%) sono entrati in coma a seguito di un’anossia da arresto cardiocircolatorio o emorragie cerebrali. Un risultato questo in linea con i dati ministeriali recenti che riportano una riduzione in Italia dei traumi cranici da incidente stradale. 

La maggior parte dei pazienti coinvolti nella ricerca (64%) è ricoverata in strutture di lungodegenza (25 strutture), il 26% si trova presso strutture riabilitative (38 centri), mentre il 10% viene assistito a casa. Da un punto di vista territoriale, la maggior parte del campione proviene dal Nord Italia (61%), seguito dal Centro Italia (22%) e dal Sud e Isole (17%). Da un punto di vista clinico, il 68% dei pazienti adulti ha la cannula tracheostomica, il 67% non presenta piaghe da decubito e il 94% si alimenta tramite PEG, un sondino nello stomaco. Nel campione di bambini con diagnosi di SV e SMC, con una età  media di 8,5 anni e per il 69% di genere maschile, il 26% ha la cannula tracheostomica, il 91% non presenta piaghe da decubito e il 71% si alimenta tramite PEG. (is)


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