Vota il 57%, c’è il quorum E l’Italia sceglie quattro sì

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ROMA — Sono stati più di 26 milioni 850 mila gli italiani che hanno votato in oltre 61 mila sezioni elettorali allestite sul territorio nazionale. Il quorum è stato quindi raggiunto: il 57%degli elettori italiani è andato alle urne per rispondere ai quattro quesiti referendari. E con circa il 95 per cento di «sì» ha chiesto che le leggi sulla gestione dell’acqua (95,8%il primo quesito, 96,3%il secondo), sul piano energetico (che lasciava aperta la porta al nucleare, 94,7%) e il legittimo impedimento per premier e ministri (95,1%), vengano cancellate. Il risultato dell’affluenza è storico (erano sedici anni che non veniva raggiunto il quorum) e ha reso del tutto ininfluente il problema del voto degli italiani all’estero, che si sarebbe potuto innescare con una partecipazione più bassa. I dati definitivi del Viminale indicano percentuali pressoché identiche per tutti e quattro i referendum, con il massimo toccato dal secondo quesito sull’acqua (quello relativo alle tariffe, con il 57,05), seguito dal primo sull’acqua (57,04), mentre sull’energia nucleare i votanti sono stati il 57,01%e per il legittimo impedimento il 57%. Due ore prima che si chiudessero le urne, l’ultima polemica: perché il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, aveva rivelato che la proiezio- ne degli esperti del Viminale, rispetto al dato di domenica sera, faceva «pensare che si raggiungerà  il quorum» . Dopo i risultati ufficiali dal centrodestra sono arrivate dichiarazioni volte a «sterilizzare» l’impatto del voto sul governo. Per il ministro Ignazio La Russa «non cambia nulla per l’esecutivo» . Mentre il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha invitato a «non minimizzare, ma a rilanciare il progetto del partito con una forte iniziativa nei confronti dei settori produttivi e delle famiglie» . Il quorum è stato superato in tutte le venti regioni italiane, comprese Campania e Sicilia. Il dato più alto di corsa alle urne si è registrato in Trentino Alto Adige con il 64,6%mentre il più basso in Calabria con il 50,4%. È stata Firenze con il 65%(seguita da Bologna con il 64,9%) il capoluogo di regione con l’affluenza più alta. Tra le 12 grandi città  italiane, Palermo (48,5%) e Napoli (dove non c’è stato l’effetto de Magistris) con il 49,3%, sono invece le città  capoluogo di regione che hanno registrato l’affluenza più bassa. Catania, al 43,2, è la percentuale più bassa fra tutti i capoluoghi di provincia. Ottime affluenze hanno registrato anche Trento (64,4%), Ancona (63,8%), Campobasso (62,7%) Bolzano (62,1%). Bene Genova (61,2%), Roma (60,6%) e Torino (60,1%). A Milano invece ha votato soltanto il 52%. In controtendenza rispetto al Nord e al Sud due province: Sondrio che è l’unica provincia in tutto il Nord dove non si è raggiunto il quorum (48,7%) e Ragusa (patria televisiva del commissario Montalbano di Camilleri) è l’unica al Sud ad aver superato la quota del 60%. Quorum raggiunto anche ad Arcore (55,2), Porto Rotondo (54,8) e Casoria (52,1%), località  legate alle recenti vicende del premier Berlusconi. A Lampedusa, centro dell’emergenza immigrati, ha voltato solo il 27,3%, una delle percentuali più basse, paragonabile a quella degli italiani all’estero (23%).


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