Medici, addio carta la prognosi è online

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Certificati medici cartacei addio. Dopo il periodo transitorio in cui era ancora possibile per i datori di lavoro richiedere ai dipendenti di continuare ad inviare all’azienda la copia cartacea dell’attestazione di malattia, dal 18 giugno tutto dovrà  essere fatto online. Una rivoluzione, quella voluta dal ministro Renato Brunetta che è scattata a marzo e che dopo aver suscitato proteste dai sindacati sembra normalizzarsi. Al momento della partenza del nuovo sistema i camici bianchi avevano denunciato continue interruzioni tecniche e lunghe attese. Con i medici costretti a inviare più volte i moduli o ad aspettare la notte per collegarsi al sito. «Il problema è superato: ora il 98% dei certificati arriva su formato elettronico. Le difficoltà  ci sono state all’inizio, ora il sistema funziona – spiega Renzo Turatto, capo dipartimento per la digitalizzazione del ministero per la Pubblica amministrazione e l’innovazione – Ogni giorno vengono inviati circa 80.000 certificati, 400.000 a settimana». Restano però ancora alcune questioni. «I blocchi di sistema sono diventati meno frequenti, ma il problema è quello delle aree ancora non raggiunte dalla connettività , questione importante specie per quei medici che operano in più studi, anche periferici, garantendo la capillarità  del servizio», spiega Giacomo Milillo (Federazione medici di famiglia), «Non tutte le Regioni hanno provveduto alla connessione. Il call center, poi, non garantisce un’efficienza tale da sostituirsi al cartaceo». Ci sono ritardi nelle negli ospedali. «È un grave disservizio per il cittadino dover andare dal medico di famiglia – dice Milillo – dopo un ricovero ospedaliero o un accesso al pronto soccorso solo per il certificato. Così i medici di famiglia devono farsi carico delle procedure burocratiche degli ospedali». «Allo stato attuale la ricezione dei certificati online ha raggiunto un buon livello di affidabilità », dice Sandro Petrolati (medici Anaao), «Rimangono problemi in ospedale per carenze di strutture informatiche specie nel Centro-Sud; occorrono non meno di 10 minuti per paziente e aumentano i contenziosi con i cittadini al pronto soccorso se il sistema non funziona». Sui problemi di connessione il ministero ha chiarito le regole sulle sanzioni in caso di inadempienze: i medici non saranno perseguiti se il mancato invio dipende da malfunzionamenti del sistema. C’è infine il problema dei costi che ricadono sui medici di base. «Hanno già  un’indennità  informatica (non ovunque), ma non copre le spese del nuovo sistema», chiude Sandro Calì (Sindacato medici italiani).

 


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