200 mila alunni disabili nelle scuole italiane (+45% negli ultimi 10 anni)

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ROMA – Negli ultimi 10 anni gli alunni con disabilità  nella scuola italiana sono aumentati di circa il 45%, superando la soglia di 200 mila nel 2009/10. I docenti di sostegno sono aumentati dai 75 mila nel 2002/2003 ai 95 mila (dato ufficioso) del 2010/11. Il numero di alunni con disabilità  per docente di sostegno è rimasto nel tempo sostanzialmente stabile, oscillando fra 1,9 e 2 a livello nazionale, pur con differenze territoriali. Sono questi alcuni dati contenuti nel rapporto “Gli alunni con disabilità  nella scuola italiana: bilancio e proposte”, promosso e realizzato in collaborazione da Associazione Treellle, Caritas Italiana e Fondazione Giovanni Agnelli. Il rapporto, pubblicato dalle Edizioni Erickson, verrà  presentato domani a Roma.

Affermano i promotori: “Sul piano dei principi, il modello italiano d’integrazione nella scuola degli alunni con disabilità  è un progetto educativo e di civiltà  irrinunciabile, da estendere in senso sempre più inclusivo, tenendo conto delle esigenze dei diversi Bisogni educativi speciali (BES).
Sul piano delle risorse finanziarie, è necessario mantenere gli attuali livelli della spesa, con nuove modalità  di utilizzazione che la rendano più efficiente e permettano una maggiore efficacia degli interventi”.
Ma sul piano delle pratiche, il modello italiano va invece profondamente riformato. “L’Italia – continuano – è stata tra i primi Paesi ad attuare l’integrazione degli alunni con disabilità  in classi regolari: oggi, tuttavia, la sua realizzazione mostra preoccupanti debolezze e inerzie, che pregiudicano la credibilità  del modello e mettono a rischio di fallimento il percorso d’integrazione dei ragazzi. Il sistema va reso più trasparente e più intelligente, teso a meglio rispondere ai bisogni d’integrazione scolastica e sociale dei ragazzi con BES”.

Il Rapporto. Lo studio ripercorre le tappe culturali e normative di 30 anni di esperienza italiana d’integrazione della disabilità  nella scuola. Detto dei dati su alunni disabili e insegnanti di sostegno, va segnalato che un fenomeno emergente è il ritmo intenso di crescita degli alunni stranieri con disabilità  certificate: +20% dal 2008/9 al 2009/10, rispetto al 7% dell’insieme degli alunni stranieri).

Motivo di preoccupazione è anche l’elevata mobilità  degli insegnanti di sostegno, superiore a quella dei curricolari: oltre il 40% degli allievi con disabilità  cambia insegnante di sostegno una o anche più volte all’anno, con conseguenze negative per la continuità  didattica e l’efficacia del processo d’integrazione. “Il fenomeno – sottolinea il rapporto – si spiega con la rigidità  burocratica delle graduatorie degli insegnanti di sostegno non di ruolo e con i meccanismi che hanno reso il posto di sostegno un percorso privilegiato per l’ingresso in ruolo: anche se dopo 5 anni l’insegnante di sostegno può ritornare a un posto normale, con un’inaccettabile spreco di risorse e di competenze”.
La spesa annuale totale è stimata intorno a 4 miliardi di euro, all’interno della quale le voci più significative sono le retribuzioni dei 95 mila insegnanti di sostegno e i compensi erogati dagli enti locali agli operatori e a figure esterne alla scuola (una stima provvisoria è di circa 25 mila addetti). Fra i costi indiretti, la riduzione del tetto massimo di studenti per le classi con alunni con disabilità , che porta alla formazione di nuove classi e un conseguente ampliamento di organico.

Secondo le raccomandazioni del Rapporto, sono in particolare da “abbandonare le rigidità  e le incoerenze burocratiche delle procedure, a partire dalla certificazione, che è compito delle Asl, laddove la decisione sulle risorse spetta all’amministrazione scolastica: l’integrazione si riduce così a una meccanicistica assegnazione di ore di sostegno, non sempre calibrata sui bisogni reali”.
In questa prospettiva, “vanno realizzati a livello territoriale dei nuovi Centri Risorse per l’Integrazione, che dispongano di insegnanti e personale ad alta specializzazione, e di concerto con le scuole definiscano e coordinino le risorse finanziarie, professionali e tecnologiche per l’integrazione, svolgendo anche formazione e consulenza alle scuole, come pure una funzione di ‘sportello unico’ per le famiglie”. Sempre secondo gli estensori del rapporto, “vanno progressivamente superati l’’indissolubile binomio’ alunno con disabilità  certificato/insegnante di sostegno, come pure la distinzione fra insegnanti di sostegno e curricolari, mirando alla piena corresponsabilizzazione di tutti i docenti, attraverso una generalizzata formazione in didattica per i BES”. Va poi valorizzata l’autonomia delle scuole nella lettura dei bisogni e nella progettazione degli interventi e, infine, “vanno definite modalità  di valutazione sistematica e continua delle pratiche d’integrazione della disabilità  e degli altri BES”.

 

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