Zimbabwe: donne-giornaliste ancora discriminate

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Dopo essere stata nell’ambiente per un po’ di tempo, comprendo la sua posizione. Credo che le giornaliste dello Zimbabwe siano vittime di molestie e intollerabili discriminazioni più delle donne in qualsiasi altra professione. Fa parte del mestiere. Non importa per quale gruppo editoriale o azienda una donna lavori, sembra che le molestie sessuali siano uno standard della professione.

E se siene data una scarsa attenzione agli scandali sessuali che affliggono le Broadcasting Holding dello Zimbabwe, suppongo che sia perchè siamo di fronte al caso del bue che dà  del cornuto all’asino. Nel 2009 numerose stagiste e giornaliste hanno sporto querela per molestie contro Tarzen Mandizvidza, l’allora direttore del settore Notizie e Attualità , e contro il direttore dei Reporter, O Brian Rwafa. Nel corso di un sondaggio effettuato dall’organizzazione Gender Links riguardo le donne presenti nei media dello Zimbabwe, una delle intervistate ha osservato, ‘Dove ci sono problemi di molestie sessuali o linguaggio sessista, le donne che sollevano la questione spesso non sono prese sul serio e, nel caso delle molestie, i capi addirittura simpatizzano con coloro che ne sono accusati e cercano di sminuire la cosa.’

Esempio perfetto è il Direttore Generale della ZBH, Happison Muchechetere, il quale, in passato ha minacciato di licenziare le donne coinvolte, definendole ‘prostitute’. Le questioni delle molestie sessuali alla ZBH sono ancora in corso. Recentemente il Segretario Generale dell’Unione dei Giornalisti dello Zimbabwe, Foster Dongozi, ha riferito a The Zimbabwean che c’è stato un aumento di segnalazioni da parte di giornaliste che affermano di essere molestate sul lavoro, soprattutto alla televisione di Stato.

Anche coloro che sono appena entrati nel settore anno adottato la prassi di oggettivazione e discriminazione contro le donne. Recentemente, Sokwanele ha riportato dei casi di giovani laureate che hanno presentato lamentele per essere state invitate fuori da alcuni redattori di gruppi editoriali creati da poco, in cambio di una promessa di assunzione.

I problemi che affliggono le donne in questo ambiente non si limitano alle molestie sessuali. Uno studio del 2009 condotto da Gender Links come parte del sondaggio “Glass Ceilings: Women and Men in Southern African Media”, ha rilevato che, sebbene la metà  dei gruppi editoriali dello Zimbabwe si pongano come obiettivo la parità  di genere, gli uomini superano di sei volte le donne all’interno dei gruppi contattati. Ciò è sorprendente considerando che le donne costituiscono la maggioranza degli studenti di media e comunicazione. L’indagine ha anche scoperto che gli uomini hanno maggiori probabilità  di ottenere una remunerazione più elevata e delle condizioni di lavoro migliori rispetto alle donne.

Inoltre, mentre le donne locali sono sotto-rappresentate nella maggior parte dei vari settori del mondo dell’informazione (arrivando al 17% delle redazioni), raggiungono invece percentuali maggiori in ruoli di supporto e in settori considerati “lavori femminili” — tra cui, la pubblicità  e il marketing (40%) e le risorse umane (58%).

Stufe di questa situazione, le professioniste del campo a marzo di quest’anno hanno rilasciato una dichiarazione nella quale chiedono di porre fine a queste pratiche scorrette. I media, come al solito, vi hanno prestato poca attenzione. A quanto pare sono molto veloci a sottolineare le carenze del governo, ma sono selettivamente miopi riguardo le proprie pratiche corrotte e degradanti.


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