Famiglie sempre più indebitate i risparmi crollano del 50%

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MILANO – Risparmio ridotto al minimo per finanziare la spesa corrente. È l’effetto della crisi globale che continua a cambiare le abitudini delle famiglie italiane. Dopo aver tagliato i consumi, è quindi calata anche la capacità  di risparmiare. Al punto che negli ultimi cinque anni i debiti sono schizzati alle stelle fornendo una fotografia dell’Italia molto simile a quella degli Stati Uniti dove, da sempre, si compra a credito. E il cuscinetto di sicurezza che fino ad oggi ha messo al riparo i conti dello Stato inizia a sgonfiarsi.
Le cifre dei bilanci famigliari arrivano dall’Adusbef che, elaborando dati della Banca d’Italia, ha calcolato una crescita della passività  del 55% da 595,6 a 923,3 miliardi di euro. Nel frattempo si è dimezzato il “forziere” accumulato negli anni è sceso da 60 a 30,6 miliardi (-49%). Anche perché nell’immaginario collettivo il mattone resta il bene rifugio per eccellenza e così l’acquisto della casa è in cima ai desideri degli italiani: per un terzo delle famiglie l’investimento immobiliare è la principale forma di utilizzo del surplus monetario. Secondo Adusbef, infatti, a crescere sono proprio i debiti a «medio e lungo termine» passati da 425,6 a 643,4 miliardi di euro. Cifre destinate – in larga misura – alla spesa per mutui, ma in tempo di crisi rispettare le scadenze delle rate è diventato più difficile e l’associazione a tutela del consumatore sottolinea come dal 2006 al 2010 sia «notevolmente» aumentato il numero delle famiglie in difficoltà  nell’onorare i propri impegni: le sofferenze sono salite del 46,9%.
A due cifre anche il tonfo dei risparmi che tra il 2002 e il 2010 è arrivato al -67,75%. Nell’ultimo anno è addirittura sceso del 26,6%. Per il presidente Adusbef, Elio Lannutti, e il segretario dell’associazione, Mauro Novelli «il risparmio privato declina velocemente al perdurare della crisi finanziaria internazionale e un numero sempre maggiore di famiglie in difficoltà  vede chiudersi il canale bancario e deve far ricorso alle finanziarie, a tassi crescenti».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche i dati presentati dall’Ufficio Studi di Confcommercio: negli ultimi 20 anni il risparmio complessivo si è ridotto di circa 20 miliardi. Addirittura, se nel 1990 ogni 100 euro di reddito ne generavano 23 di risparmio, lo scorso anno la soglia è scesa sotto i 10 euro. In termini reali, quindi, il risparmio annuo pro capite è calato del 60%: da 4mila a 1.700 euro.
Un trend negativo e preoccupante nel lungo periodo, ma – almeno per il momento – il confronto con gli altri Paesi vede l’Italia in una posizione di vantaggio. Nello studio Adusbef si sottolinea come «pur cresciuti dal 2004, i nostri debiti privati del 2010 superano appena il 60% del reddito disponibile». Per le famiglie francesi si avvicina all’80%, in Germania sale al 90% e in Spagna al 110%.

 


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