Confindustria incontra i sindacati per scongiurare l’addio della Fiat

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«Non ci risultato lettere con cui si disdice l’associazione – risponde la presidente in mattinata – e noi pensiamo che si possa evitare. Per questo abbiamo in programma un incontro con i sindacati. Per studiare una proposta sulla rappresentanza». La speranza è quella di mettere d’accordo le confederazioni su un sistema che consenta di stabilire quando un accordo è valido e dunque in quali occasioni anche i sindacati eventualmente dissenzienti sono obbligati ad applicarlo. Un accordo di questo genere servirebbe poi a convincere la Cgil e la Fiom ad accettare gli accordi, finora separati, sottoscritti in Fiat e, dunque, a rendere superflua l’uscita del Lingotto dall’associazione di Viale dell’Astronomia.

La lettera di invito ai sindacati partirà  lunedì da Confindustria per un incontro che si prevede possa svolgersi «entro metà  settimana». Iter complesso e dall’esito non certissimo. Per il leader della Uil, Luigi Angeletti, «le regole fanno fatica a cambiare e il mondo va a una velocità  maggiore. Sarebbe meglio se Fiat non uscisse da Confindustria, ma non cade giù il mondo se avviene. L’unica cosa che mi preoccupa davvero è quante auto la Fiat produrrà  e venderà ».
L’interrogativo di Angeletti è legato al futuro di Fabbrica Italia che il leader della Uil considera «a rischio se la Fiom vincerà  la causa in tribunale perché in quel caso non ci sarebbe più contratto in Fiat a partire dal gennaio 2012». Nel futuro del Lingotto potrebbe tornare d’attualità  l’idea, fallita nell’estate del 2009, di acquistare Opel. La casa tedesca, filiale europea di Gm, sarebbe di nuovo sul mercato e ci sarebbero diversi interessamenti. Tra questi quello di un gruppo cinese e della stessa Volkswagen. Da Torino non ci sono stati commenti. Anche perché nel pomeriggio è giunta la smentita di Gm: «Le notizie su un’eventuale vendita di Opel – dice la casa di Detroit – sono pure speculazioni». Le voci circolate riferivano l’intenzione dei vertici Gm di cedere le attività  europee in considerazione delle continue perdite subite dalla casa di Russelsheim.

 


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