Coro di no all’aumento dell’Iva

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ROMA – Altolà  del Pd, contraria la Confcommercio. L’ipotesi tecnico-politica di aumentare l’Iva e tagliare l’Irpef per i redditi più bassi trova l’opposizione di Bersani: «Non va», ha dichiarato il segretario dei democratici. «No allo scambio meno Irpef, più Iva», ha dichiarato il presidente dei commerciati Carlo Sangalli. «L’aumento dell’Iva è una follia, sarebbe una mazzata per i consumi», ha detto Marco Venturi, presidente di Confesercenti che, al contrario, chiede un taglio dell’imposta sul valore aggiunto sul turismo.
Nel frattempo il lavoro dei tavoli è in vista del traguardo (la riunione plenaria è prevista per martedì 7) con l’obiettivo di sfornare un nuovo Libro bianco che conterrà  proposte e soprattutto darà  la dimensione delle risorse che potranno essere impiegate per la riforma fiscale partorita a Via Venti Settembre e che dovrebbe imperniarsi oltre che sul binomio Irpef-Iva, sul quoziente familiare e sull’alleggerimento dell’Irap togliendo dall’imponibile il costo del lavoro.
Il timing della riforma, con l’eventuale approvazione a giugno del disegno di legge delega, dovrebbe prevedere il varo di una serie di decreti delegati nel 2012 con l’obiettivo di portare a regime la riforma entro fine legislatura nel 2013. Oltre al pressing crescente di Silvio Berlusconi e della sua maggioranza, a sollecitare tempi più stretti per la riforma fiscale sono stati anche il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi e nei giorni scorsi il numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia.
Arriva intanto – sotto forma di una risoluzione bipartisan approvata ieri dalla Commissione Finanze della camera – l’atteso stop agli eccessi nell’uso delle cosiddette ganasce fiscali. Ne documento si chiedono anche limiti alle ipoteche nei confronti di quei contribuenti che non sono in regola con il pagamento delle imposte per difficoltà  economiche temporanee legate alla crisi. La risoluzione impegna il governo a «introdurre elementi di maggiore flessibilità  nelle procedure di riscossione coattiva» per tenere conto delle difficoltà  economiche in cui imprenditori e contribuenti possono trovarsi nel periodo di congiuntura negativa. Una norma potrebbe entrare nel decreto sviluppo in discussione alla Camera insieme ad un possibile stralcio della privatizzazione delle spiagge.
Resta caldo intanto il tema della manovra da 40 miliardi volta a raggiungere il pareggio nel 2014: prevista dal Def e sollecitata da Draghi, è prevista per giugno. Intanto dai conti pubblici dei primi cinque mesi dell’anno giunge qualche segnale incoraggiante: da gennaio a maggio il fabbisogno del settore statale si è attestato a circa 44,8 miliardi, inferiore di circa 5,3 miliardi a quello dell’analogo periodo 2010, pari a 50,1 miliardi. Nel solo mese di maggio il fabbisogno è risultato pari, in via provvisoria, a circa 5 miliardi, inferiore di circa 3,1 miliardi rispetto a quello registrato nel mese di maggio del 2010, pari a 8,1 miliardi. Il risultato ha beneficiato del venir meno del prestito Grecia per 2,9 miliardi erogato nel maggio del 2010.

 


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