Cina, aperta un’inchiesta sulle miniere di carbone
Secondo quanto riferito dall’agenzia Nuova Cina, le autorità della Mongolia Interna cinese hanno deciso di aprire un’inchiesta sulle miniere di carbone presenti nella regione, in seguito alle esplicite richieste avanzate dai manifestanti mongoli, in rivolta da giorni. Le tensioni e gli scontri con i reparti della polizia sarebbero dilagati dopo l’uccisione di Mergen, un pastore locale che il 10 maggio scorso è stato investito e trascinato via per oltre 150 metri da un camion che trasportava carbone.
Un tribunale della regione starebbe già preparando il processo contro quattro persone ritenute responsabili di aver ucciso l’uomo mentre protestava per il rumore e l’inquinamento che le attività legate al carbone hanno portato nella sua terra, dove i cittadini di etnia mongola rischiano di perdere il proprio tradizionale stile di vita.
Il governo di Pechino aveva fatto sapere negli scorsi mesi di voler avviare nuovi progetti per lo sfruttamento del carbone di cui la Mongolia è molto ricca, suscitando così nella popolazione locale molte preoccupazioni, tra cui quella di nuove ondate di immigrazione da parte di cinesi han. Sono circa quattro milioni i mongoli che vivono in Cina, la maggior parte proprio nella Mongolia Interna, di cui rappresentano il 20 percento della popolazione totale.
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