Immigrazione, lo sbarco record in 912 stipati su un peschereccio

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POZZALLO – Sembravano 400, stipati come sardine sul vecchio peschereccio di 25 metri che ondeggiava paurosamente ad ogni minimo spostamento del suo carico umano. Ma quando l’imbarcazione è finalmente arrivata in porto, dopo quattro giorni e quattro notti di navigazione, i finanzieri e gli uomini della Guardia costiera non riuscivano a credere ai loro occhi. Dalla piccola coperta del vecchio peschereccio venivano fuori a decine, a centinaia, questa volta intere famiglie, donne incinte, bambini, ragazzini, anche qualche anziano. E alla fine ne hanno contati 912, tra i quali 129 donne e 30 bambini. Un vero e proprio record, il numero più alto mai fatto registrare in un solo sbarco negli ultimi dieci anni. Stremati dalla lunga permanenza in mare, per 50 è stato necessario il ricovero in ospedale.
Questa volta la rotta degli scafisti partiti dalla Libia ha puntato dritto su Pozzallo, sulla costa ragusana, una rotta molto battuta dai trafficanti di uomini egiziani che indagini della Procura di Catania ha svelato essere in consolidati rapporti di affari con le cosche mafiose del catanese. Ma così come era accaduto tre giorni fa per un altro barcone diretto a Lampedusa, anche questa volta le autorità  di Malta che avevano intercettato i profughi lunedì in acque di loro competenza si sono guardate bene dal prestare soccorso ai migranti. Gli equipaggi delle motovedette maltesi si sono limitati a gettare ai profughi qualche salvagente e qualche bottiglia d’acqua e poi hanno scortato l’imbarcazione sulla rotta verso Pozzallo. Quanto basta per scatenare nuovamente l’ira del ministro Maroni che ha segnalato l’episodio alla Commissione europea: «Ancora una volta – dice il ministro – le autorità  maltesi hanno applicato in modo singolare le norme di diritto internazionale omettendo di intervenire in soccorso dei migranti in un contesto ad alto rischio: potenzialmente poteva essere una tragedia. L’Italia sta facendo più di quanto sia tenuta a fare per salvare delle vite umane». Da Malta ribattono che il barcone navigava tranquillamente e che sono stati gli stessi profughi a chiedere di poter continuare verso la loro meta.
Con gli ultimi arrivati sono più di 18mila i profughi dell’area subsahariana che sono riusciti a raggiungere l’Italia, 42mila i migranti sbarcati dall’inizio dell’anno. Ma mentre il traffico dal Nord-Africa è stato notevolmente rallentato dai rimpatri, dalla Libia si continua ad arrivare in massa. E mentre a Lampedusa la situazione è sotto controllo (ieri sono sbarcati in 200), Pozzallo si trova improvvisamente in emergenza. I profughi sono stati temporaneamente ospitati nel centro di accoglienza e nello stadio comunale, alcuni portati nella tendopoli della vicina Rosolini, e il sindaco chiede l’intervento del governo: «Non vorrei che Pozzallo diventasse una nuova Lampedusa – dice Giuseppe Sulsenti – Non siamo preparati ad affrontare questa grande emergenza, considerato che c’è in atto il “gioco dello scaricabarile” tra le varie istituzioni in campo. Non vorrei che Berlusconi travolto dal “vento del nord” dimenticasse Pozzallo».

 


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