“Sì al fondo per le primavere arabe” il G8 appoggia la Casa Bianca
DEAUVILLE – Sanzioni contro la Siria, nuove pressioni su Gheddafi, aiuti economici a Egitto e Tunisia: Nicolas Sarkozy spinge il G8 ad appoggiare e ad accompagnare le rivoluzioni arabe, malgrado l’opposizione di Mosca a una risoluzione Onu contro il regime di Bashar Al Assad. La parte finanziaria sarà svelata solo oggi, ma il Fondo monetario si è già detto pronto a prestare 35 miliardi di dollari, se i paesi arabi si rivolgeranno all’istituto. Gli aiuti sono il simbolo tangibile della solidarietà occidentale con chi ha scelto la strada della democrazia, mentre l’intransigenza resta di attualità con chi reprime le rivolte popolari. Sostenuto dagli europei e da Barack Obama, il presidente francese ha insistito su questo punto durante una conferenza stampa: «La questione del rafforzamento delle sanzioni contro i dirigenti siriani si pone, perché la violenza utilizzata in Siria contro i manifestanti è inaccettabile». Gli Otto ne hanno parlato a lungo ieri sera a cena. Secondo la bozza di comunicato in discussione, il g8 dovrebbe invitare Damasco «a cessare l’uso della forza e l’intimidazione contro il popolo siriano, avviare un dialogo e le riforme fondamentali». Ma Sarkozy ha riconosciuto che la Russia ha una posizione diversa.
Sulla Libia, il presidente francese ha ripetuto che un cessate il fuoco sarà possibile solo quando Gheddafi lascerà il potere: «Dica che abbandona e dopo qualsiasi discussione è possibile. Quando diciamo che Gheddafi deve andarsene vuol dire che deve lasciare il potere: prima lo fa e più avrà ampia scelta, più tardi lo fa e meno avrà scelta». Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno chiesto alla Russia di tentare una mediazione per trovare una soluzione alla guerra. Sarkozy ha poi sottolineato la perfetta intesa con i britannici, ma non ha fatto cenno all’Italia.
Stamani, gli occidentali mostreranno anche l’altra faccia della loro politica nel mondo arabo, svelando i contorni degli aiuti a Egitto e Tunisia. Sarkozy mira a lanciare la “partnership di Deauville”. Per ora, solo la Gran Bretagna ha quantificato il suo impegno e ha fatto sapere di essere pronta a sborsare 175 milioni di dollari.
L’altro grande argomento della giornata è stato il nucleare. Il Giappone vuole organizzare una conferenza sulla sicurezza e una linea comune sembra cominciare a delinearsi, malgrado le divergenze di politica energetica: «Abbiamo trovato un accordo – detto Sarkozy – dobbiamo essere certi che le norme sulla sicurezza saranno applicate da tutti i paesi». Angela Merkel ha parlato di «progressi incontestabili» su una materia oggetto di molte frizioni: «Siamo tutti d’accordo per test di sicurezza periodici e intensivi di tutte le centrali nucleari». Il comunicato finale dovrebbe sancire la ritrovata concordia sull’argomento.
Infine, Sarkozy ha confermato di aver parlato della nomina di Christine Lagarde all’Fmi, ma solo a margine del vertice: «Non è al G8 che si decide la nomina del direttore del Fondo monetario, sarebbe offensivo se fosse così: il G8 non è il direttorio del mondo. Ma tutti pensano che la Lagarde sia donna di grande qualità e che sarebbe un ottimo direttore».
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