Nucleare, ora anche la fiducia Voto blindato anti referendum

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Il governo ha deciso di porre la questione di fiducia che sarà  votata oggi pomeriggio. Il decreto sarà  votato senza dibattito così da blindare la maggioranza.

Le ultime prove dell’esecutivo alla camera, dopo la sconfitta del centrodestra nel primo turno delle elezioni amministrative, costringono Berlusconi alla massima prudenza. Lasciati liberi di votare, i deputati di maggioranza voltano le spalle al governo che la settimana scorsa è andato sotto cinque volte di fila nell’unico giorno di votazioni. Domani si ricomincia e per non rischiare scherzi dai deputati «responsabili» rimasti senza la ricompensa della poltrona da sottosegretario ecco la fiducia. Le opposizioni e i comitati per il sì ai referendum (oltre a quello sul nucleare ce ne sono altri due sull’acqua e uno sul legittimo impedimento) denunciano il «furto di democrazia». Ma persino questa manovra spericolata potrebbe non bastare a nascondere la crisi di un centrodestra ormai in rotta. Dopo il voto di fiducia infatti dovranno essere approvati alcuni ordini del giorno che potrebbero esporre l’esecutivo a qualche altra figuraccia. Non per nulla Berlusconi ha rimesso in circolo le voci sulle nuove nomine. In palio nell’ultima settimana di campagna elettorale c’è il boccone più grosso: il posto di ministro per le politiche comunitarie che manca da sei mesi. E che però giusto da ieri è tornato a essere indispensabile per il ministro degli esteri Frattini.
Il decreto legge «omnibus» va approvato entro lunedì prossimo 30 maggio perché altrimenti decade. Ma non è affatto scontato che varrà  a far saltare il referendum più temuto da Berlusconi, quello sul nucleare, il quesito che tutti i sondaggi indicano abbondantemente sopra il quorum di partecipazione e che dunque sarebbe in grado da solo di trascinare gli elettori alle urne nonostante l’esecutivo abbia indetto le consultazioni a giugno inoltrato (12 e 13). A decidere se la moratoria introdotta con il decreto automaticamente escluda la necessità  del referendum infatti sarà  la corte di Cassazione. Che la prossima settimana dovrà  valutare se il riferimento previsto nel decreto a quelle «ulteriori evidenze scientifiche» in attesa delle quali il governo ha deciso di sospendere la costruzione delle centrali nucleari non denuncia chiaramente l’intenzione di riprendere la scelta nucleare non appena l’emozione per il disastro di Fukushima si sarà  calmato. Del resto è proprio quello che ha detto Berlusconi quando con Sarkozy accanto ha svelato il bluff del decreto al puro scopo di aggirare il referendum.
Secondo i comitati contro il nucleare e per l’acqua bene comune, la fiducia sul decreto è «l’ennesima scelta antidemocratica dettata dalla paura di dare la parola ai cittadini e ricevere, come è avvenuto in Sardegna, una batosta». I comitati erano ieri in presidio davanti alla camera e ci torneranno ancora oggi e domani, quando è prevedibile che ci sarà  il voto finale sul decreto. Oggi con il presidente dei verdi Angelo Bonelli ci sarà  il leader dei verdi giapponesi Satoko Watanabe, protagonista di numerose mobilitazioni contro il nucleare in Giappone. Per decisione della maggioranza e contrariamente a quello che accade di solito, questa volta le dichiarazioni di voto sulla fiducia non saranno trasmesse in diretta tv. r. pol. 12-13 giugno
Sarà  la Cassazione a stabilire se la consultazione è superata dalla nuova legge. Proteste dei comitati con l’ambientalista giapponese


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