Italia in ginocchio
Diminuisce il risparmio, persino la scolarizzazione è in caduta libera. Si lavora e si studia sempre di meno, non si fanno investimenti, si ammazza la ricerca. Ieri ce l’ha raccontato l’Istat, domenica l’abbiamo visto in una delle più efficaci puntate di Report, sabato è stata la volta del Censis.
Altro che luci e ombre, come goffamente sostiene, arrampicandosi su specchi insaponati, qualche pierino in forza al governo: l’Italia è al collasso, sempre più diseguale tra nord e sud e tra ricchi e poveri, tra uomini e donne e tra lavoratori (o aspiranti tali) indigeni e migranti. Certo, lo sapevamo, ce l’ha raccontato qualche mese fa Marco Revelli nel suo ultimo libro Poveri noi. Il fatto grave è che non si vede inversione di tendenza; anzi la crisi, che ormai è anche sociale e culturale, si sta aggravando e il tunnel sembra sempre più lungo e scuro.
Questa debacle che ci getta nel sottoscala dell’Europa non è tutto «merito» di Berlusconi, ma nessun altro sarebbe riuscito meglio del telepredicatore delle paure in questo miracolo al rovescio. Con una politica economica dissennata che ha distrutto risorse intellettuali e materiali. E viene ancora a raccontarci che dovremmo avere paura dei comunisti, dei rom, dei minareti, dei centri sociali, quando è proprio da Berlusconi, dal suo governo e dalle sue politiche che dobbiamo guardarci. Già parlare di politica economica – per non dire industriale – è un eufemismo: Berlusconi lo sfrontato e Tremonti il contabile non hanno progetti per il paese, sanno solo tagliare, tutto tranne i sottosegretari, i capital games e i loro interessi. Siamo rimasti uno dei pochi paesi in cui parlare di reddito di cittadinanza è una bestemmia, ci riempiono la testa con l’amore e la famiglia mentre sterilizzano l’amore (fare figli è un lusso per pochi) e immiseriscono l’ultimo ammortizzatore sociale per un paio di generazioni di giovani precarizzati o espulsi. Poi ci dicono che dobbiamo riprendere a consumare. Finalmente dal paese qualche segnale di vita è arrivato: dai giovani, dagli operai e dagli studenti che portano in piazza la loro dignità , e dalle urne, domenica prossima, potrebbe arrivare un secondo segnale generale: l’Italia ha paura, sì, ma di Berlusconi ed è pronta a liberarsene.
Related Articles
Droghe, la Cassazione delle pene illegittime
La giurisprudenza più attenta a dare attuazione ai valori costituzionali ritiene che tutte le condanne in corso di espiazione inflitte nel vigore della Fini-Giovanardi per droghe leggere vadano annullate
Povertà vecchie e nuove, chi ha bisogno scivola verso la cronicità
De Capite (Caritas): «Cresce l’utenza del 7% e aumentano anche le persone che non si erano mai rivolte prima ai nostri servizi. Una misura di contrasto alla povertà serve ma va adeguata al contesto»
Badanti, un mestiere ”invisibile” che conviene a tutti. Analisi IRS
Solo il 40% delle ”badanti” ha un contratto di lavoro. Da una rilevazione sulle assistenti di cura in Lombardia (130