Brunetta: “Una sfida da raccogliere subito riforma fiscale e piano Sud”

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ROMA – «Il tema posto da Standard & Poor’s è reale, ed è bene tenerne conto per i prossimi mesi: ci viene chiesto di passare dalla credibilità  dei conti pubblici, che il governo ha garantito, ad una fase di sviluppo. Sviluppo che, credo sia doveroso ammettere, oggi è insufficiente». Secondo il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il giudizio dell’agenzia di rating non deve essere sottovalutato, ma deve rappresentare uno stimolo alla coesione della maggioranza e alla ripresa dell’economia in Italia. «Questo governo – dice Brunetta – per i restanti 22 mesi di legislatura, dovrà  impegnare tutte le proprie energie su due grandi riforme: quella fiscale e il piano per il Sud. Perché dopo anni di rigore, rigore, rigore, occorre dare spazio alla crescita». 

Ministro, alla vigilia di un voto delicatissimo per il centrodestra, piomba sul nostro Paese un giudizio negativo sulla carenza di misure per la crescita. Siamo veramente di fronte ad una paralisi politica, come dice S&P?
«Assolutamente no. Per rendersene conto basta guardarsi un po’ intorno: la lunga coda della crisi arriva a colpire nel consenso politico per la prima volta l’Italia e il suo esecutivo. Ce lo aspettavamo dopo i risultati negativi che hanno travolto tutti i grandi Paesi europei. In ogni caso non ci sarà  una crisi e tantomeno non seguirà  un pastrocchio di governo tecnico. Non ne abbiamo bisogno. A maggior ragione oggi, dopo l’invito di S&P». 
Allora come supererete questa impasse?
«Con la riforma fiscale di Tremonti e il piano per il Sud del ministro Fitto: saranno un prezioso collante per il governo. Che avrà  22 mesi di tempo per agire».
Ci spieghi come e soprattutto dove troverete i soldi. 
«La riforma fiscale la conosciamo: occorre spostare la tassazione dalle persone alle cose. Passando per la riduzione del numero di aliquote e per la semplificazione del sistema. Ma c’è un punto di questa rivoluzione fiscale che deve correre di pari passo con la riforma fiscale vera e propria».
E cioè?
«Pensiamo alla dichiarazione dei redditi. Io, nonostante sia un professore di economia, se la dovessi compilare da solo rischierei di metterci una settimana. Questo non è tollerabile. Per poter ridurre la pressione fiscale occorrerà  ridurre anche quella regolativa. Io dico che serve anche un fisco più trasparente, leggero e amico».
E il piano per il Sud? Servono investimenti “veri”, non promesse. 
«Il ministro Fitto ha individuato i punti per il rilancio del Mezzogiorno. Certo, serviranno soldi e un impegno senza soste. Per gli investimenti il ministro ha trovato, o meglio, “inventariato” 100 miliardi di euro. Che andranno indirizzati su infrastrutture, legalità , sicurezza, turismo, pubblica amministrazione, capitale umano, portualità , città , banda larga. Io dico che per portare a compimento questa riforma serviranno 22 decisioni del Cipe, una per ogni mese che manca alla fine della legislatura. Un governo che deve presentarsi tra due anni di fronte agli elettori, ha il dovere di avviare queste due riforme. Conviene al Pdl, conviene alla Lega, conviene al Paese».

 


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