Rischio scontri con la polizia per i giovani di Democrazia Real alla vigilia del voto
La piazza è dei giovani, i politici si sono dovuti rifugiare all’interno di spazi chiusi e ben vigilati per celebrare – tra iscritti e fedelissimi ai partiti – l’atto finale di una campagna elettorale trasformatasi in un incubo. A mezzanotte, con l’inizio della giornata di riflessione che precede le amministrative di domani, è scattato il divieto di manifestazione deciso, tra le polemiche e con un solo voto di scarto, dalla Giunta centrale elettorale dopo sette ore di dibattito infuocato. Ma, mentre l’estrema destra mediatica gridava ieri mattina a un fantomatico “boicottaggio della democrazia” rappresentato dai ragazzi accampati alla Puerta del Sol di Madrid e in decine di altre piazze spagnole, il ministro dell’Interno Alfredo Pérez Rubalcaba ha chiarito con tre parole la linea del governo: “Opportunità , congruenza e proporzionalità ”, ha spiegato il numero due di Zapatero, saranno i principi che guideranno l’azione della polizia nelle prossime ore. “Ciò che faremo è compiere il mandato costituzionale, e quello delle forze di sicurezza è applicare le leggi. Perché si capisca meglio, dove c’è un problema la polizia non ne crea un altro, nè altri due o tre”.
L’IMPEGNO, INSOMMA, sembra essere a non intervenire, visto che le proteste si sono svolte finora in forma completamente pacifica. Anche ammesso che le rivendicazioni del movimento Democracia Real Ya possano in qualche modo condizionare l’andamento della giornata elettorale, conseguenze ben più gravi sul voto avrebbe – come fa notare in un editoriale il quotidiano El Paàs – l’eventuale decisione di sgombrare con la forza migliaia di persone riunite in piazza, tra l’altro sotto gli occhi delle tv di tutto il mondo. A subire un effetto devastante sarebbe, ovviamente, il governo socialista, già alle prese con una delicatissima tornata elettorale che, se si confermano le previsioni dei sondaggi, potrebbe dover fare i conti con la più clamorosa batosta da quando – sette anni fa – José Luis Rodràguez Zapatero andò al potere.
Il Psoe rischia di perdere alcune delle sue roccaforti storiche, come i municipi di Barcellona e Siviglia, dove governa da trent’anni, e la regione di Castiglia La Mancha. In bilico anche altri feudi socialisti come l’Estremadura, Aragona e le Asturie, mentre i popolari dovrebbero restare ben saldi al potere tanto a Madrid come a Valencia nonostante – in questa regione – il presidente Francisco Camps (paragonato ieri dal New York Times a Berlusconi) sia imputato di corruzione assieme ad altri quattro alti funzionari dell’amministrazione locale. Attesa anche per i risultati delle comunali nel Paese Basco dove, a 8 anni dalla messa fuorilegge di Batasuna, ritorna sulla scena la sinistra indipendentista con la lista Bildu: autorizzata nei giorni scorsi dal Tribunale costituzionale con una decisione che ha provocato durissime polemiche soprattutto tra le organizzazioni di vittime del terrorismo, potrebbe sfiorare il 20% dei consensi.
Ma l’andamento della giornata elettorale sembra essere tutt’altro che al centro delle preoccupazioni tra i protagonisti del “maggio spagnolo”. Nonostante i divieti, e le polemiche roventi che li circondano, loro hanno ben chiaro che questa esperienza di partecipazione è appena agli inizi. Scatta la giornata di riflessione? E allora “noi continuiamo con l’esercizio di riflessione collettiva”, assicurano.
E, visto che oggi è vietato manifestare, subito dopo la mezzanotte, alla Puerta del Sol, hanno risposto così: a centinaia, con la bocca coperta dal nastro adesivo, che tutti insieme hanno strappato via per lanciare un “grido muto al cielo”.
Related Articles
“Donne in piazza per un’Italia diversa”
Oggi da Roma a Venezia i cortei di “Se non ora quando”. Paola Turci: veniamo da 15 anni di sottocultura Si replica la kermesse del 13 febbraio scorso contro il governo Berlusconi
Il Papa e le coppie gay: sfida per la Chiesa
«Tema difficile da capire, attenti a non dare ai figli un vaccino contro la fede»
La chiusura identitaria di una galassia che si sente sempre più minoranza
Family day. Come avviene da tempo negli Stati Uniti e come è accaduto di recente in Francia, le società occidentali sono attraversate oggi da movimenti che si radicalizzano nella presa di consapevolezza di un cambiamento che non possono impedire