Lagarde: “La Grecia è a rischio default”

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ROMA – «La Grecia è a rischio default», dichiara Christine Lagarde, ministro francese dell’Economia, in pole position per il vertice del Fondo monetario internazionale, al posto di Strauss Kahn. E questa sua frase arriva nel giorno in cui l’agenzia Fitch decide l’ennesimo declassamento del Paese (ben tre gradini, fino a quota B+) e mentre i rendimenti dei bond volano al massimo storico, oltre il 16%. Atene protesta per la sforbiciata del rating, dice che sono «ignorati» gli impegni di rigore presi dal Paese. Ma la decisione intimorisce le Borse europee che scivolano: Milano lascia sul campo l’1,24% del valore. Anche l’euro scende sotto quota 1,42 dollari, vola l’oro (oltre 1500 dollari l’oncia). I mercati sono preoccupati anche per l’Irlanda: il Fmi parla di Paese in difficoltà , chiede alla Ue di fare di più. Nella sua analisi, i problemi di Grecia e Portogallo complicano il risanamento di Dublino. Il segretario Ocse Angel Gurria giura che Italia e Spagna sono due casi «completamente diversi» da quelli dei Paesi in crisi. 
Intervistata dal quotidiano austriaco Der Standard la signora Lagarde spiega che «i ministri finanziari europei hanno espresso forti dubbi sui lenti progressi» di Atene per uscire dalla crisi; che bisogna accelerare le privatizzazioni; che è esclusa l’ipotesi di una ristrutturazione o riscadenzamento del debito; che «non si è mai pensato» ad una uscita della Grecia dall’euro. 
Al recente vertice Ecofin di Bruxelles, in effetti, i ministri sono parsi piuttosto preoccupati per i risultati del piano di rigore impostato dal governo Papandreou, su pressione di Fmi e Bce. Ma sull’idea di rivedere le condizioni del prestito, l’Europa è divisa. Alcuni governi, specie nel Nord del vecchio continente, sono convinti che non vi sia alternativa ad un prolungamento delle scadenze o a un taglio sugli interessi. Altri invece sono contrari. Sono per il “no” sia il Cancelliere tedesco Angela Merkel che la Bce. E ieri il nuovo presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, si è allineato, aggiungendo un dettaglio non trascurabile: ogni modifica sulla durata delle obbligazioni greche «renderebbe impossibile accettarle come garanzia da presentare alla Banca centrale europea in cambio di prestiti». In aggiunta «aumenterebbe il rischio contagio ad altre Nazioni». Lagarde vedrebbe con favore la possibilità  che le banche decidessero volontariamente una dilazione delle scadenze.
Così, mentre gli esperti di Ue e Fmi continuano a fare il check up ai conti greci, in patria il premier Papandreou incontra i leader dell’opposizione per chiedere un sì all’austerity. In una nota, il ministro delle Finanze se la prende con il downgrading, influenzato dalle «intense voci» di stampa. Riguardano la tenuta del Paese e l’ipotesi di altri aiuti da 60 miliardi. 
Fitch scrive che senza nuove risorse di Ue e Fmi, l’agenzia potrebbe tagliare ancora il rating portandolo a quota “CCC”, «che indica alta probabilità  di un default». Anche la «ristrutturazione soft» adombrata dall’Ue, cioè una dilazione delle rate, sarebbe considerata l’anticamera di un default. Finora Atene ha avuto aiuti per 110 miliardi.

 


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