Disparità  salariale Londra è tornata all’era Vittoriana

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LONDRA – L’anno scorso il salario medio britannico è stato di 25.800 sterline (circa 30 mila euro). Nello stesso anno, il salario medio dei presidenti o amministratori delegati della Ftse 100, ovvero delle 100 maggiori aziende quotate alla Borsa di Londra, è stato di 4 milioni e mezzo, cioè 145 volte più grande di quello medio nazionale. 

Questi dati, contenuti in un rapporto della High Pay Commission, creata dal governo per esaminare il problema della crescente diseguaglianza salariale, confermano che il gap aumenta. La disparità  fra gli stipendi dei top manager e quelli del resto della popolazione ha raggiunto gli stessi livelli che esistevano nel 1940, afferma il rapporto, ed entro il 2030, se il trend prosegue, raggiungerà  un livello non visto in Gran Bretagna dall’inizio del Novecento, ossia dall’era Vittoriana, picco della disparità  sociale dalla rivoluzione industriale in poi. 
La commissione, presieduta da Deborah Hargreaces, una ex-dirigente del Financial Times, ha inoltre riscontrato che non c’è relazione tra il vertiginoso aumento di stipendio dei top manager dell’industria privata e pubblica e il buon andamento delle prestazioni delle aziende da essi amministrate: al contrario, vi sono indizi che le prestazioni sono peggiorate, mentre gli stipendi dei dirigenti aumentavano. «E’ una questione di giustizia resa ancora più amara ora che milioni di lavoratori subiscono il più forte peggioramento dei loro standard di vita da decenni a questa parte», commenta la sindacalista Niclla Smith, presidente del Tuc. Un’indagine parallela dell’Institute for Fiscal Studies indica che il gap è cresciuto maggiormente negli anni in cui era al potere il Partito laburista di Blair e Brown.


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