Siamo tutti milanesi

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È solo il primo turno, le due settimane di campagna elettorale che ancora ci attendono saranno di battaglia durissima e potranno riservare altre sorprese. C’è chi ricorda come andarono le cose nelle elezioni per il comune di Roma, quando Rutelli fu costretto al ballottaggio con Alemanno e perse. Ma un ballottaggio nelle dimensioni shock di quello avvenuto a Milano, lascia spazio all’ottimismo proprio perché siamo nel cuore del ventennale potere berlusconiano, dove la brutta avventura del populismo italiano è cominciata e dove potrebbe concludersi.
È netto lo sbandamento del centrodestra in quel Nord dove le strategie elettorali di Bossi e Berlusconi hanno preso strade diverse, a volte contrapposte come al momento dell’aggressione di Moratti contro il “terrorista” Pisapia. E si sono fatti male entrambi perché se Berlusconi piange Bossi non si mostra alle telecamere per tutta la giornata. Il Carroccio o è fermo o perde in gran parte del nord. La botta per il centrodestra è pesante.
Nel campo del centrosinistra invece torna la speranza. Forse Bologna evita la roulette del secondo turno, Torino alza la bandiera del miglior risultato e sono vincenti i candidati scelti con le primarie. Dove il Pd non lo ha capito, annullandole come a Napoli, dagli elettori arriva la batosta e la risposta: al ballottaggio va Luigi De Magistris con un consenso tanto sorprendente quanto segnato dalla discontinuità  con le fallimentari classi dirigenti del Sud. Insieme, Morcone (candidato del Pd) e De Magistris superano il 40 per cento: di buon auspicio perché le alleanze che non si è stati capaci di trovare al primo turno possano nascere nella sfida di fine maggio. 
Pisapia e De Magistris sono i protagonisti di un cambiamento nel campo del centrosinistra, segnali di un Pd che non va, avviso di un cambio di rotta. Come, per un altro verso, indica il radicamento dei grillini, raccolto con un qualunquismo aggressivo a tutto campo. La ciliegina sulla torta arriva dalla Sardegna grazie al bulgaro 98 per cento di no al referendum consultivo contro il nucleare. A giugno arriverà  anche quel voto. Nel frattempo, da oggi, siamo tutti milanesi.


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