Londra, migliaia di disabili protestano contro i tagli del governo

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LONDRA- Un lungo corteo di persone con disabilità  attraversa oggi le vie di Londra per protestare contro i tagli al sistema sociale assunti dal governo: chiedono ai ministeri competenti di ripensarci e di annullare la riduzione al budget di spesa previsto. La marcia, organizzata dal “Uk Disabled People’s Council” e dal “Disability Benefits Consortium”, due fra le principali associazioni che raggruppano le persone con disabilità  e i loro familiari, e alle quale hanno aderito oltre una quarantina di sigle, è stata chiamata “The Hardest Hit Protest”, a significare che a scendere in piazza sono le persone più colpite, quelle che subiranno le maggiori conseguenze dai provvedimenti assunti dal governo.

E’ stato calcolato che le norme approvate dal governo peseranno sui disabili per circa 9 miliardi di sterline, in pratica il 10% di quanto il governo intende risparmiare con il piano di riduzione del deficit: una cifra pari a 89 miliardi di sterline da qui al 2015. Ciò porterebbe – affermano le associazioni – ad un taglio netto di almeno un terzo dei redditi delle persone con disabilità . I manifestanti chiedono al governo di eliminare i tagli ai sussidi concessi a 3,2 milioni di cittadini disabili in Gran Bretagna, di favorire l’occupazione e di fermare i tagli ai servizi essenziali per la qualità  della vita delle persone con disabilità : l’assistenza quotidiana, i trasporti, i servizi di cura.

La marcia per le vie di Londra, partita dalla London Eye, la celebre ruota panoramica sul Tamigi, cade nel primo anniversario della formazione del governo da parte del premier David Cameron: secondo le stime, la presenza si aggira fra le cinque e le dieci mila persone.Il governo ha fatto sapere tramite un portavoce che il sistema attuale non raggiunge lo scopo di favorire la vita indipendente delle persone con disabilità  e che una riforma è necessaria per essere certi che “i miliardi che spendiamo in benefici, sussidi, pensioni vadano a quanti ne hanno effettivamente bisogno”. 
The Guardian (Uk) – 11 maggio 2011 – Vai all’articolo

 

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