Haiti, un Paese che ha fame

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Sembra, però, che ogni minimo sforzo che si compie per dare normalità  al Paese sia inutile. E’ inutile parlare di ricostruzione. E’ inutile parlare di politica, nonostante la recente elezione di un nuovo presidente.

Oggi, il vero problema per la popolazione è procacciarsi cibo. Nonostante l’intervento internazionale dei giorni immediatamente successivi al sisma, il problema non è stato risolto. Anzi, se possibile è aumentato.

“Il vero problema non è che manca cibo. E’ che gli haitiani non se lo possono permettere” racconta Samanta Sellaro, cooperante al lavoro da mesi a Port au Prince, capitale di Haiti. Nei mercati del paese, infatti, non manca certo il cibo. Sacchi enormi di mais e riso, pieni fino all’orlo, vengono esposti nelle improvvisate bancarelle in strada.
“E’ triste vedere quante donne e quanti uomini guardano il cibo. E’ una sensazione pazzesca. Non credevo d arrivare un giorno a vedere gente che guarda il cibo e sogna, ripeto solo sogna, di comprarlo” racconta a PeaceReporter Samanta Sellaro.

“Credimi, è proprio una strana sensazione quella di vedere gente che guarda i sacchi delle spezie nei mercati e non si può permettere di comprare. Attendono gli aiuti umanitari ma adesso che l’emergenza sisma sembra essere finita, gli aiuti sono un po’ meno. Inoltre, l’epidemia di colera che si è diffusa in molte aree del Paese non ha contribuito a calmierare la situazione. Dispiace molto vedere un Paese che rischia di rimanere in questa situazione per molto tempo ancora. E sono dubbiosa che la politica riesca in breve tempo a dare risposte alle domande della gente che in questo momento vorrebbe vedere cibo e gente che chiamata per lavorare alla ricostruzione di strade ed edifici, in modo da contribuire tutti alla rinascita di questo che è un bellissimo Paese abitato da gente orgogliosa e con grande dignità “.

Anche Myrta Kaulard del programma Mondiale per l’Alimentazione delle Nazioni Unite, in una intervista rilasciata alla Bbc è convinta che l’aumento dei prezzi del cibo possa causare seri danni al Paese, soprattutto perché il cibo in vendita è attualmente tutto d’importazione.

Anche in ragione di questo nella capitale Port au Prince sono molte le signore che si mettono a cucinare pietanze locali e panini e le rivendono a prezzi che definire popolari è davvero riduttivo.

Ma gli haitiani purtroppo sono abituati alla lotta per la sopravvivenza. Poco prima del terremoto che ha devastato ogni cosa, più della metà  della popolazione viveva con meno di un dollaro al giorno.


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