Confindustria isolata su ThyssenKrupp, chiederà  scusa

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ROMA – Confindustria isolata. Gli applausi di sabato a Bergamo all’amministratore delegato della Thyssen, Herald Espnhahn, condannato a sedici anni e mezzo con l’accusa di omicidio volontario per la strage del 2007 nello stabilimento siderurgico di Torino nel quale morirono sette operai, hanno lasciato soli gli industriali. Tutti contro un gesto che continua ad apparire incomprensibile. E che – come ha detto l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano – «ha riaperto una ferita che si era chiusa con il processo».
Ieri il presidente della Regione Piemonte, il leghista, Roberto Cota, ha definito «sbagliatissimo» il gesto della Confindustria e l’ha invitata «a chiedere scusa». In qualche modo la cosa che farà  nei prossimi giorni la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia. Ieri lo staff della presidente si è messo in contatto con Antonio Boccuzzi, l’unico sopravvissuto alla tragedia, per fissare un appuntamento privato con i familiari delle vittime, ai quali la Marcegaglia intende spiegare come effettivamente sono andate le cose.
Intanto piovono ancora le critiche. Come quella dell’Associazione magistrati (Anm): «Si possono discutere tutte le sentenze – ha detto il segretario Giuseppe Cascini – , ma non facciamo entrare le curve da stadio nelle aule di giustizia». Che è poi un pezzo del ragionamento del segretario della Cgil, Susanna Camusso: «Confindustria ha sbagliato due volte. Ha sbagliato nel giudizio della sentenza, perché quello che è successo è stata una vera strage. E ha sbagliato anche nell’atteggiamento di chi, non condividendo nel merito una scelta, mette in discussione l’istituzione che l’ha fatta».
Il governo si è diviso: prevalentemente distaccato il Pdl ma non monolitico; critica, come si è visto, la Lega. Il ministro dello Sviluppo, Paolo Romani, se l’è cavata ritenendo «tendenzialmente improprio» l’applauso, mentre il titolare del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha davvero buttato acqua sul fuoco: «Il caso è chiuso. La Cisl e la Uil hanno sottolineato quanto Confindustria e i sindacati stiano collaborando sui temi della sicurezza». Che questo non sia il problema l’ha detto anche il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: «Le sentenze non si commentano ma si rispettano e se qualcuno crede di aver subito una ingiustizia e ci sono sempre due gradi di giudizio».
Tensioni, dunque, che sono riemerse ieri sera a Torino in un convegno dove un gruppo di familiari delle vittime ha contestato l’avvocato della Thyssen fino a impedire la prosecuzione della discussione.


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