Premier onnipresente nei Tg e il Pd fa ricorso all’Agcom

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ROMA – Deborda in televisione e la fa franca. È Silvio Berlusconi in campagna elettorale. Il Pd mette nel mirino i telegiornali che lo favoriscono con un esposto all’Authority per le comunicazioni (Agcom) firmato da Roberto Zaccaria, ex presidente della Rai. «Il premier travolge le regole della par condicio», denuncia il deputato democratico. Contestato anche il metodo «raffinatissimo» usato per aggirare i controlli dell’Autorità . «È un fatto anche qualitativo, non solo quantitativo», spiega Paolo Gentiloni. Una giornata esemplare (oggetto del ricorso) è quella di sabato scorso, con il Cavaliere che mette a segno una doppietta (telefonata a Latina nel mattino, intervento al Palasharp nel pomeriggio) che lo manda in vetta nei telegiornali. 

Ecco i dati raccolti da Zaccaria e il meccanismo denunciato dal Pd. Nell’edizione serale del Tg1 di sabato Berlusconi parla direttamente per soli 27 secondi. Meno di Bersani (34). È il cosiddetto tempo di parola, denuncia Zaccaria, quello che viene preso in considerazione per le sanzioni. C’è poi il tempo di notizia, quello che comprende tutto il servizio e il suo lancio. E lì che Berlusconi mette il turbo e batte Bersani 74 secondi a 20. Riassumendo con il tempo di antenna – ovvero parola più notizia – il confronto Berlusconi-Bersani finisce 101 a 54. Vittoria netta del premier. Che sul Tg2 fa il bis con un 118 a 70. Tris con il Tg5: 126 a 25. Vittoria anche a ora di pranzo, con il telegiornale dell’ammiraglia Rai che dedica al Cavaliere 59 secondi contro i 16 di Bersani. La giornata, sommando i tre tg («quello di Rete4 non lo prendiamo nemmeno in considerazione», dice Zaccaria) finisce 424 a 98, con il capo del maggior partito d’opposizione battuto anche da Bossi. 
Di fronte a questi numeri il Pd chiede all’Autorità  di intervenire. E anche in fretta, imponendo subito il riequilibrio «altrimenti – dice Zaccaria – l’ultima settimana di campagna elettorale diventa zona franca e Berlusconi lo sa: a voto archiviato una sanzione di 100 mila euro non fa male a nessuno». I democratici stigmatizzano anche la qualità  dei servizi, con quelli dedicati al premier giudicati più efficaci nei temi (come quando lo si fa parlare del Papa, del Milan e della mamma) e nel montaggio. Nel mirino anche l’astuzia nel farlo sparire dallo schermo (riequilibrando i tempi settimanali) nei giorni in cui le notizie gli sono avverse (come venerdì, giorno del rinvio a giudizio del trio Fede-Mora-Minetti nel Rubygate). Ribatte il Responsabile Pippo Gianni, per il quale «l’opposizione cronometra le uscite perdendo di vista il rapporto con la gente e con i veri problemi». La pensa in modo opposto Gentiloni, che chiede all’Agcom anche di «aprire un’istruttoria per la violazione da parte di Mediaset della legge Frattini sul conflitto d’interesse».

 


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