Piano per la scuola, pronta l’assunzione di 65 mila precari

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ROMA — Un piano per assumere a tempo indeterminato 65 mila precari tra insegnanti, bidelli e segretari. Un piano che, a differenza di quanto previsto fino a pochi giorni fa, potrebbe non essere spalmato su tre anni ma scattare in un colpo solo a settembre, con l’inizio delle lezioni. Potrebbe essere questa, per la scuola, la novità  più importante nel decreto sviluppo che il consiglio dei ministri discuterà  domani. Non si tratta di assunzioni che faranno aumentare gli organici totali che anzi, per effetto dei tagli decisi con la Finanziaria 2008, continueranno a scendere anche l’anno prossimo. Ma della regolarizzazione dei cosiddetti «precari stabili» , che vengono assunti ogni primo settembre e licenziati a fine giugno non per sostituire qualcuno ma per coprire posti liberi. La decisione finale non è stata ancora presa ma ieri ne hanno discusso i tecnici dei ministeri dell’Istruzione e dell’Economia. Ed è stato proprio lo staff di Giulio Tremonti a suggerire la strada possibile per limitare al massimo l’impatto sui conti pubblici. È vero che l’operazione non avrebbe un costo elevato perché quei 65 mila stipendi lo Stato li paga già  adesso. Ma in più ci sarebbe la cosiddetta ricostruzione della carriera, cioè il riconoscimento degli scatti di anzianità  maturati durante il precariato. Il decreto potrebbe però cancellare questa voce, specificando che si tratta di stabilizzazione con effetti giuridici ma non economici. Anche con questo correttivo 65 mila assunzioni sono quattro volte quelle fatte l’anno scorso e quindi rappresenterebbero una grande accelerazione rispetto al passato. Ma il segnale migliore che si tratta di una svolta probabile è la conferenza stampa convocata ieri da Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda. I quattro sindacati hanno chiesto proprio 65 mila assunzioni in un colpo solo. E davanti alle telecamere non c’erano solo i responsabili del settore scuola, come di solito avviene, ma anche i segretari generali Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Un’esposizione mediatica che lascia immaginare come dal governo sia arrivato qualche segnale di apertura. E che segna un nuovo capitolo nella tensione con la Flc Cgil, assente all’appuntamento di ieri, che di assunzioni ne chiede ancora di più, 100 mila. Proprio per concentrare gli sforzi sul piano assunzioni, che arriverebbe a pochi giorni dalle elezioni amministrative, potrebbero essere tolte dal decreto sviluppo e dirottate in un provvedimento diverso le altre misure che riguardano la scuola. Compreso il blocco dei trasferimenti degli insegnanti in un’altra provincia, che salirà  dai primi tre ai primi cinque anni di lavoro cancellando l’assegnazione provvisoria che finora consentiva di aggirare il divieto. Di assunzione e trasferimenti si discuterà  di nuovo oggi nel pre consiglio dei ministri. Il pallino è in mano a Tremonti e il quadro potrebbe cambiare ancora. Ieri è stato proprio il ministro dell’Economia a bloccare all’ultimo momento un aumento dello stipendio per militari e poliziotti. Alla Camera le commissioni Difesa e Affari costituzionali avevano trasformato l’una tantum per il comparto sicurezza prevista da un decreto del governo in una voce stabile dello stipendio. Ma la commissione Bilancio ha bocciato la modifica e alla fine è passata la versione originaria, con diversi malumori anche nella maggioranza.


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