Accoglienza minori, il Cnca: “Inaccettabile l’articolo di ‘Repubblica’ sulle comunità ”

Loading

ROMA – “L’articolo sulle case famiglia per minori apparso oggi sul quotidiano ‘la Repubblica’ è inaccettabile”. E’ quanto dichiara don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità  di Accoglienza (Cnca). “Il pezzo è presentato come ‘un’inchiesta’, ma chi lo ha scritto, evidentemente, non conosce la realtà  di cui parla. Siamo indignati.”
Per Zappolini, “è infamante dire che le comunità  sono strutture che lucrano sulla pelle di migliaia di bambini e adolescenti in condizioni difficili, una nebulosa dove le cause nobili lasciano il posto al business e agli interessi di bottega. I gruppi del Cnca hanno costruito negli anni una cultura dell’accoglienza al cui centro c’è proprio il ragazzo, il suo benessere, il ritorno nella sua famiglia di origine, se possibile. Non abbiamo creato ‘parcheggi’ in cui tratteniamo i ragazzi per fare i soldi, ma luoghi in cui si sperimenta una vita di tipo familiare, si elabora un progetto calibrato sul singolo minore, si lavora costantemente sulle relazioni personali e familiari, sul disagio che si è vissuto e sul modo per affrontarlo. Questo facciamo da diversi decenni e questo continuiamo a fare oggi, anche quando gli enti pubblici si sottraggono agli impegni presi, ritardando oltre ogni limite i pagamenti dovuti, costringendo le organizzazioni sociali a contrarre nuovi debiti con le banche e a sospendere il pagamento degli stipendi agli operatori. In Campania e in Sicilia ci sono realtà  dove i ragazzi sono accolti a totale carico delle comunità  anche per due anni. Altro che approfittatori!”

Continua il presidente del Cnca: “Il giornalista che ha firmato il pezzo non sa, evidentemente, che gli istituti in Italia non ci sono più, o almeno non dovrebbero esserci, anche perché tante organizzazioni come il Cnca e moltissimi operatori si sono battuti negli anni contro forme di accoglienza non adeguate allo sviluppo dei bambini. Così come non ha capito che la stragrande maggioranza dei ragazzi che sono in comunità  non è ‘senza famiglia’, come si dice erroneamente più volte nell’articolo, e che l’entità  delle rette è calcolata su standard di qualità  a cui le strutture debbono obbligatoriamente attenersi, sia riguardo al personale che all’abitazione, determinando costi di gestione facilmente quantificabili: non c’è nessuna ‘nebulosa’, ma costi documentati e trasparenti, in cui l’80% della retta va al personale educativo (che guadagna assai meno di un redattore ordinario, tanto per essere chiari). Né il giornalista dice alcunché del fatto che in diverse regioni è stato istituito un osservatorio ad hoc, presso il quale è obbligatorio inviare, semestralmente, una scheda su ogni ragazzo preso in carico; anche in questo caso i dati ci sono e sono accessibili. Infine, l’inviato di ‘Repubblica’ delinea una contrapposizione tra affido familiare e comunità  che non ha senso: la scelta va fatta caso per caso. Per questo il Cnca, accanto alle comunità , ha promosso tante reti di famiglie disponibili all’affido”.

E conclude: “Ci pare, perciò, che con questo articolo si sia puntato più che altro a uno scoop, facendo invece un clamoroso buco nell’acqua. I problemi ci sono, ma riguardano la continua riduzione delle risorse economiche e degli organici dei servizi di tutela, questioni appena accennate nel pezzo, che mettono in crisi tutto il sistema di accoglienza e accompagnamento. Invitiamo, perciò, l’autore dell’articolo a venirci a trovare in una delle nostre comunità  per minori. Ne abbiamo in tutta Italia. Ne verrebbe fuori un articolo molto diverso”.

 

© Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Quelle vite perdute che rinascono narrate dagli scrittori

Loading

I carcerati di Isili incontrano i loro biografi I racconti diventeranno un libro con Marcello Fois

Cresce il consumo della cocaina in Europa

Loading

L’allarme dell’Osservatorio di Lisbona. Il traffico di polvere bianca torna a crescere

Europa, addio caro vecchio welfare

Loading

RAPPORTO SUI DIRITTI Il rapporto tra finanza e economia reale è di 14 a 1. L’indagine curata da Cgil e associazioni. L’ex Belpaese, tra il 2008 e il 2011, ha tagliato la spesa sociale del 78%. Un miliardo di euro a Cpt e Cie

 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment