“Troppi obesi, basta Coca-Cola ai poveri” a New York la crociata di Bloomberg
NEW YORK Perché l’ultima battaglia del sindaco di New York prende di mira le bevande gasate e zuccheratissime che contribuiscono all’obesità , e le abitudini alimentari dei poveri. Bloomberg vuole che le bibite ipercaloriche siano escluse dai “food-stamp”: i buoni-pasto erogati dallo Stato alle famiglie sotto la soglia della povertà . È una proposta che avrebbe un impatto enorme. In forte aumento dopo la recessione, il programma dei sussidi alimentari (Supplemental Nutrition Assistance Program, o Snap) aiuta un americano su sette a fare la spesa. 44 milioni di persone negli Stati Uniti alla cassa del supermercato non tirano fuori contanti o carta di credito, bensì i buoni-pasto federali che l’esercente è tenuto a onorare. Un programma benefico, indispensabile. Il guaio sta nel come vengono spesi quei coupon. Uno studio del Dipartimento di sanità di New York rivela che sui 135 milioni di dollari in buoni-pasto distribuiti annualmente solo in questa città , ben 75 milioni se ne vanno non per acquistare bistecche o frutta e verdura ma “soft drink”. Dal contenuto nutritivo pari a zero, in compenso “bombe” di calorie. Il consumo smodato di queste bibite, rivela lo stesso rapporto delle autorità sanitarie, «è la singola causa più importante dell’epidemia di obesità ». Non si stenta a credergli, basta andare al cinema per essere circondati di spettatori con bicchieroni extra-large che succhiano litri di quella roba. Ma con quale diritto Bloomberg interferisce sul nostro diritto di riempirci la pancia con quel che vogliamo? «È un sindaco o è una tata che ci bacchetta dalla mattina alla sera?» lo apostrofa il tabloid di destra New York Post, di proprietà dell’altro multimiliardario che gli contende il palcoscenico in questa città , Rupert Murdoch. «Una volta che i politici mettono il naso nei nostri carrelli della spesa, decidendo cosa possiamo comprare, non si sa dove finiremo», denuncia Kevin Keane, dirigente dell’American Beverage Association, la Confindustria del settore che include Coca-Cola e PepsiCo. Sono i primi passi verso uno Stato totalitario che ci priverà delle libertà fondamentali? La campagna della grande industria e della destra (di cui l’ex repubblicano Bloomberg è un transfuga) fa presa sui ceti più poveri. Ben 18 membri del Congressional Black Caucus, parlamentari che appartengono alla comunità afro-americana, hanno scritto una lettera aperta all’Amministrazione Obama per denunciare le misure «classiste» di Bloomberg. Alla Casa Bianca, il presidente e soprattutto la First Lady Michelle hanno lanciato una campagna per «sradicare l’obesità infantile in una generazione», ma devono vedersela con un segmento importante dell’elettorato democratico che descrive queste misure come «una persecuzione dei più poveri». I lobbisti dell’industria arrivano a immaginare scene strazianti: famigliole di neri colpite dalla disoccupazione, che alla cassa del supermercato devono subire l’umiliazione di essere «perquisite», con i bottiglioni di Coca e Pepsi sequestrati perché non pagabili con i buoni pubblici. Bloomberg è il campione di queste controversie, ha fatto di New York la città all’avanguardia nelle leggi salutiste. Cominciò nel 2008, imponendo alle catene di fast food (McDonald’s, Burger King, Starbucks) di esibire il numero di calorie per ogni alimento. Bilancio: uno studio dell’università di Stanford ha rilevato un calo del 6% nei consumi calorici. Poi è partita la battaglia contro l’eccesso di sodio (sale) negli alimenti, con tetti imposti per legge. Anche questa sacrosanta secondo la dietologa Tammy Lakatos Shames: «Il sale è come una tossicodipendenza, più ne aggiungi più ne vuoi. E non fa male solo agli ipertesi ma a tutti, causa danni al cervello, al fegato, alle articolazioni». Infine il sindaco ha sfidato Big Tobacco. Ha imposto le tasse più alte di tutta l’America sulle sigarette, con un pacchetto che arriva a 15 dollari. Ha vietato il fumo non solo nei locali pubblici ma anche in molte zone all’aperto: dai campus universitari ai parchi, dalle vicinanze degli ospedali ai campi sportivi. Lo elogiano gli scienziati dell’American Cancer Society e molte associazioni dei consumatori. Per i suoi nemici l’ottavo uomo più ricco d’America ha la «sindrome del pentito» (è un ex-fumatore, ex divoratore di hot dog), è un Robin Hood alla rovescia, che con le “tasse sul vizio” punisce i consumi della popolazione più povera.
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