“Non basta il consenso dell’utente devono essere chiare le finalità “
ROMA – Addio privacy anche per gli automobilisti che usano il TomTom. «Indaga l’ufficio del Garante della privacy. Abbiamo aperto un’istruttoria per chiarire come si sono svolti i fatti e che uso si fa di questi dati. Vogliamo sapere se le informazioni vendute alla polizia olandese sono state raccolte soltanto da navigatori installati nelle auto o anche da smartphone», dice Francesco Pizzetti, presidente dell’Ufficio per la protezione dei dati personali. «Si vedrà se ci sono cittadini italiani coinvolti». Dal navigatore in auto al telefono in tasca, i sistemi di geolocalizzazione schiudono un orizzonte su dati molto personali della gente comune. Che si fa? «Si affronta caso per caso. È un problema costante, che vale per tutte le apparecchiature che usano questi sistemi». TomTom pare si sia giustificata dicendo che era stata preliminarmente fornita agli utenti un’informativa sul trattamento dei dati personali. Sufficiente? «L’informativa non basta. Non è sufficiente indicare che i dati possono essere vendibili a terzi. Si dovrebbe sapere a chi e per quale utilizzo. Per esempio in questo caso le informazioni potrebbero essere state utilizzate per migliorare la circolazione, il traffico. Ma è opportuno verificare». Quali altri quesiti porrete a TomTom? «Se i dati sono stati acquisiti e/o ceduti in forma aggregata o individuale, a quali soggetti sono stati venduti, sembrerebbe ad una società che poi li ha girati alla polizia. Con quali finalità ? E ancora è importante stabilire se l’utente, sia con navigatore che con smartphone, possa in qualunque momento interrompere la raccolta dati».
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