Riconoscimento invalidità , da 6 mesi un detenuto del Pagliarelli non riceve la visita di controllo
PALERMO – Sono già trascorsi sei mesi e ancora nessun medico si è recato ad effettuare la visita medica a C.L., detenuto indigente della casa circondariale Pagliarelli, con alcuni problemi di deambulazione, che ha necessità di avviare la pratica che gli riconosca l’invalidità .
Il detenuto, secondo quanto prevede la legge, ha già effettuato la prima visita, in seguito alla quale gli è stato rilasciato a pagamento (con un costo di 50 euro) il certificato medico che tramite il Patronato è stato mandato all’Inps.
Dopo avere ricevuto il documento, l’Inps a sua volta ha richiesto per l’interessato la visita medica alla commissione dell’Asp, atta a valutare la percentuale d’invalidità . Nel caso di un cittadino detenuto, poiché questi non può uscire dal carcere, è il presidente della commissione dell’Asp che, non appena riceve il certificato di detenzione, nomina il medico che andrà all’interno della casa circondariale per effettuare la visita domiciliare.
Il 3 giugno dello scorso anno C.L viene chiamato dall’Inps per sottoporsi alla visita da parte della commissione dell’Asp ma essendo recluso non può andare. Successivamente, in seconda convocazione, il 4 novembre il Seac presenta il certificato di detenzione che permette al presidente della commissione dell’Asp di nominare il medico per la sua visita domiciliare. Da quel momento in poi tutto è rimasto fermo.
Invano i volontari del Seac hanno tentato più volte di sollecitare, con tutti i mezzi a disposizione, sia l’Asp che il medico incaricato a potere effettuare la visita domiciliare nei confronti di C.L.. Pertanto per tutelare il detenuto nell’esercizio di un suo diritto, il prossimo 29 aprile il Seac invierà , tramite il patrocinio gratuito di un suo avvocato, una lettera di diffida all’Asp per inadempienza di quanto previsto dalla legge. Se entro trenta giorni l’Asp non risponderà alla diffida del Seac la documentazione arriverà sotto forma di denuncia in Procura per omissione di atti d’ufficio.
“Da sempre ci occupiamo di aiutare i detenuti soprattutto nel disbrigo delle pratiche amministrative che li riguardano – riferisce Bruno Maria Di Stefano, coordinatore regionale del Seac e volontario dell’Asvope -. Sicuramente c’è anche un problema di coordinamento tra Inps e Asp che non può essere sottovalutato ma nel caso in questione è l’azienda sanitaria che ancora non ha provveduto. Ci troviamo davanti ad un grave ritardo da parte dell’Asp che non ha precedenti. Per questo abbiamo deciso come Seac di mandare una diffida all’Asp. Al detenuto vanno riconosciuti e tutelati i suoi diritti. Essere privato della libertà non vuol dire essere privato dei diritti comuni a tutti i cittadini come quello a potere avere riconosciuta l’invalidità ”. (set)
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