Cgil: “Un piano straordinario per aumentare l’occupazione dei disabili”

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ROMA – Un piano straordinario per l’occupazione delle persone disabili. E’ questa la richiesta della Cgil al governo, annunciata da Nina Daita, responsabile dell’ufficio politiche per la disabilità  nel corso del convegno “Innanzitutto persone” in corso oggi a Roma. “Il governo deve impegnarsi ad aumentare il numero dei lavoratori disabili, per questo vogliamo proporre questo piano straordinario che deve prevedere investimenti specifici per l’occupazione e per la formazione finalizzata al reinserimento lavorativo”, sottolinea Daita. “Secondo l’ultima relazione al parlamento, il numero dei disabili che lavorano è diminuito del 34%. Questo è un quadro allarmante, il fondo nazionale del collocamento obbligatorio è stato decurtato e la scure del governo si è abbattuta anche sulla sanità  e sui fondi per l’invalidità ”.

Tra gli altri elementi di criticità  Daita ha sottolineato la campagna contro i falsi invalidi ma anche il tentativo di revisione delle quote del collocamento previste dalla legge 68 e anche i tagli alla riabilitazione e al sostegno: “Gli alunni disabili vanno a scuola con le sentenze dei giudici, l’Inps ha fatto una vergognosa campagna sui falsi invalidi per convincere l’opinione pubblica che siano scrocconi come dice Panorama”. Anche Franco Bettoni, presidente dell’Anmil, ha sottolineato che “la legge 68 che disciplina il collocamento mirato dei disabili a più di dieci anni dall’entrata in vigore è rimasta parzialmente o interamente inattuata”. “Le intenzioni della legge sono rimaste lettera morta: i centri per l’impiego non sono stati in grado di creare una struttura funzionale alle esigenze del collocamento mirato con la conseguenza che solo una bassissima percentuale degli interessati ha trovato lavoro tramite queste strutture. I finanziamenti promessi per l’attività  di riqualificazione professionale in particolare degli invalidi del lavoro non sono stati di fatti mai distribuiti alle regioni e da parte sua l’Inail ha speso più o meno il 20% degli ingenti fondi a sua disposizione, fondi che restano bloccati dal ministero dell’Economia. (ec)

 

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