“Gli aumenti si pagano a tutti”

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E ha aggiunto un particolare di nodale importanza: l’aumento salariale corrisposto finora in base al contratto del 2009 deve continuare a essere pagato. L’azienda non può nè chiedere indietro i soldi nè smettere la corresponsione altrimenti eserciterebbe una attività  antisindacale. La sentenza arriva, del tutto casualmente, il giorno successivo alla minaccia della Federmeccanica di non pagare più agli iscritti Fiom gli aumenti previsti dal contratto del 2009. Il dispositivo del giudice è molto chiaro: quella ipotesi è antisindacale e esporrebbe, quindi, l’azienda a una ulteriore causa. Soddisfatto il segretario Fiom, Giorgio Airaudo: «Mi sembra evidente che in Federmeccanica sono in campo apprendisti stregoni che poco conoscono leggi e Costituzione e rischiano di fare danno ai propri associati. Il contratto del 2009 è stato una forzatura alle norme, è inutile proseguire con logiche di rappresaglia». Polemizza: «Non vorremmo che dopo i teoremi delle toghe rosse, Federmeccanica si associ inventando quello delle toghe in tuta blu. Si rispettino sentenze e contratti». L’avvocato Elena Poli – dello studio Poli-Ingegneri – spiega: «La sentenza è molto simile alle altre e dice che è possibile, in un quadro di rottura dell’unità  sindacale, che ci si trovi con due contratti applicabili nella stessa azienda. Però dice anche che è obbligo dell’impresa illustrare ai dipendenti le due possibilità  e che non può scegliere quale applicare». Aggiunge: «Inoltre, e questa è la vera novità , vieta di sospendere gli aumenti salariali già  fatti in base al contratto del 2009. In sostanza: ai lavoratori iscritti Fiom o a quelli che decideranno di scegliere quel contratto – e la sentenza obbliga l’azienda a esporre in bacheca l’informazione sui due diversi contratti – si applicherà  l’intesa del 2008, ma con gli aumenti derivanti dall’intesa del 2009». Anche il segretario torinese della Fiom, Federico Bellono, commenta: «Alla luce di queste decisioni del Tribunale spero che Federmeccanica lasci perdere le ritorsioni sui lavoratori ventilate in questi giorni e rilanciate anche a Torino dal presidente dell’Amma. A Ilotte vorrei anche dire che condivido l’idea secondo cui a livello sindacale debba valere il principio di maggioranza, dove per maggioranza si intende ovviamente quella dei lavoratori che va verificata e certificata attraverso il voto». Critico il segretario Fim, Claudio Chiarle: «Continuo a pensare che quei ricorsi siano un autogol. La Fiom ritiene gli aumenti elargizioni unilaterali; potrebbe accadere, quando verrà  rinnovato un altro contratto, che le aziende li considerino assorbibili nei nuovi aumenti».


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