Bce, anche Sarkozy “incorona” Draghi
ROMA – Strada ormai spianata per il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, verso la guida della Banca centrale europea (Bce), in sostituzione del francese Jean-Claude Trichet il cui mandato scade a fine ottobre. Il presidente Nicolas Sarkozy potrebbe annunciare oggi a Roma il suo sostegno a Draghi durante il vertice italo-francese con Silvio Berlusconi. L’ipotesi è stata lanciata ieri dall’agenzia finanziaria americana Bloomberg che ha citato fonti vicine all’Eliseo. L’appoggio di Sarkozy farebbe naufragare la possibilità , peraltro molto remota, di un accordo in extremis tra Parigi e Berlino per un candidato alternativo al banchiere centrale italiano. Il sì di Sarkozy, infatti, porta dietro di sé, quasi automaticamente, il sostegno della Cancelliera tedesca, Angela Merkel. Che, pur stimando Draghi, finora non si è esposta. La Merkel, assai sensibile alle questioni di politica interna, teme le critiche che potrebbero arrivare al governo dall’opinione pubblica tedesca per l’appoggio a un candidato di uno dei Paesi del sud d’Europa, non certo esempi di rigore nella gestione dei conti pubblici. Peraltro tra i vice presidenti della Bce c’è oggi un portoghese come Vitor Constancio. Ma proprio il via libera a Draghi, che come presidente del Financial Stability Board ha accresciuto il suo prestigio, può essere giocato dalla Merkel per convincere i Paesi dell’eurozona a interventi più drastici per uscire dalla crisi dei debiti sovrani. Un importante appoggio a Draghi era arrivato già nei giorni scorsi, seppur informalmente, dal ministro delle Finanze della Germania Wolfgang Schauble. «Non ci sono alternative concrete a Draghi», aveva fatto sapere Schauble che aveva anche sottolineato «l’integrità e la personalità » del banchiere italiano. Draghi, romano, 63 anni, non ha più rivali da quando a febbraio si è tirato fuori Axel Weber annunciando la sua decisione di lasciare alla fine di questo mese la guida della Bundesbank per tornare all’insegnamento universitario. Escluso un candidato tedesco, erano state avanzate informalmente tre candidature di altrettanti piccoli Paesi: Yves Mersch del Lussemburgo, Nout Wellink dell’Olanda, e Erkki Liikanen della Finlandia. Soluzioni deboli anche perché nel board di Francoforte, dove ha sede la Bce, siedono già due rappresentanti dei piccoli (il portoghese Constacio e il belga Peter Praet, entrambi vice di Trichet). Con l’eventuale presidente la pattuglia dei piccoli “sarebbe” salita a tre, lasciando fuori proprio la Francia. Se, orami come sembra, la guida dell’Eurotower andrà a Draghi, sarà l’attuale membro italiano del board, Lorenzo Bini Smaghi, a lasciare il posto proprio a un rappresentante di Parigi. E l’uscita di Draghi da Via Nazionale dovrebbe aprire le porte di Bankitalia a Vittorio Grilli, attuale potente direttore generale del Tesoro, in ottimi rapporti con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e forte di una fittissima rete di relazioni nella finanza internazionale. La nomina del nuovo presidente della Bce dovrebbe avvenire nel prossimo Vertice europeo del 24 giugno.
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