“Sindaco in balìa dei falchi stanno perdendo Milano ecco perché alzano la voce”
MILANO – Il caso Lassini è chiuso, ripete da giorni il sindaco di Milano Letizia Moratti. Ma, visto che dalla stessa maggioranza si levano dichiarazioni pro-Lassini: Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra, per lei il caso è aperto o chiuso? «Non è chiuso, com’è evidente, né per Milano né per i milanesi. Perché al di là – forse nonostante – le dichiarazioni del sindaco uscente, Lassini è in lista, rivendica che saranno i milanesi a decidere, riceve l’appoggio di esponenti di governo e la solidarietà del premier Berlusconi, capolista del Pdl a Milano. Insomma è chiaro che, se fosse eletto, nessuno nel suo partito potrebbe imporgli le dimissioni». Lassini, però, avrebbe consegnato una lettera di dimissioni ai vertici locali del Pdl. La Moratti dice di averne una copia. «Intanto bisogna capire il valore legale di queste dimissioni preventive: io credo sia inesistente. E poi: sono dimissioni dalla lista? Dimissioni legate solo a una eventuale elezione? È tutto così fumoso, e non per caso: di fatto la vicenda sarà chiusa soltanto dopo le elezioni: solo allora sapremo cosa farà davvero Lassini». Questa storia sembra aver fatto esplodere le contraddizioni tra le anime del centrodestra. Colombe che si dicono incompatibili con Lassini, falchi che ne fanno un eroe. «Un bell’esempio di “scoalizione”. La verità è che a differenza del centrosinistra, dove finalmente c’è vera coesione, dall’altra parte sono divisi su tutto. La Lega vorrebbe riportare la campagna elettorale sui temi cittadini, mentre c’è una forte componente del Pdl, con a capo lo stesso Berlusconi, che vuole spostare l’attenzione sulle vicende giudiziarie o su temi nazionali. In mezzo c’è la Moratti, che non sa mai dove stare». Comprensibile che lo faccia il premier, ma perché anche i suoi uomini dovrebbero voler spostare l’attenzione dalle cose milanesi? «Perché sono consapevoli del fallimento su tutti i fronti della Moratti. Hanno capito che stanno perdendo Milano: questo è il motivo per cui la Lega si smarca – e si preoccupa dei suoi voti più che di quelli per l’alleanza – e molti nel Pdl alzano i toni. Sperano di venire ascoltati solo perché gridano di più, visto che non hanno contenuti». Crede ci sia stata una strategia orchestrata da qualcuno che non aveva messo in conto una reazione così forte al manifesto? «Non credo quest’ultimo manifesto sia stato un errore ma una scelta precisa, visto che sono stati ripresi concetti espressi dal premier. Certo non immaginavano una reazione così forte. Ma in questa vicenda non c’è solo una responsabilità penale di chi ha pensato e realizzato quei manifesti, ma anche una responsabilità politica di chi ora, a posteriori, li giustifica». Il Fli propone: se Lassini fosse eletto usciamo tutti dall’aula. Cosa ne pensa di questo Aventino? «Posso apprezzarne il proposito, ma siccome noi, come centrosinistra, abbiamo il dovere di cambiare, di migliorare la vita di Milano e dei milanesi, credo che invece noi dovremo immediatamente governare. E tra le prime scelte ci sarà quella di trovare strumenti perché non si ripetano casi Lassini». La Moratti dovrebbe lasciare, visto che la sua posizione su questa storia non è quella più autorevole? «La Moratti non ha saputo tenere la barra di questa storia così come non ha saputo tenere il timone del governo della città in questi cinque anni. Ma non ci sarà bisogno del suo abbandono, saremo noi a diventare maggioranza». C’è molta convinzione, questa volta. «Nonostante quotidiani anche autorevoli diano credito a sondaggi a me sfavorevoli, la realtà è un’altra. A destra ci sono posizioni diverse che disorientano un elettorato già fortemente dubbioso a ridare fiducia alla Moratti. Lo vedo incontrando persone e associazioni che un tempo erano decisamente schierate da quella parte. Ora sono deluse». Invece lei, Pisapia, sta facendo una campagna non urlata, piena di piazze e di cittadini. «Voglio riportare la campagna elettorale sui temi di Milano, perché milanesi possano decidere sapendo quello che non è stato fatto, quali sono gli impegni non mantenuti e qual è il progetto innovativo del centrosinistra».
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