La battaglia della Mole “Quel nuovo palazzo sconvolge lo skyline”

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TORINO – «Non soffochiamo la Mole». L’appello è on-line. Un blog di un gruppo di residenti per difendere l’emblema di Torino da quello che definiscono un mostro: un nuovo palazzo di sette piani, un edificio moderno che rischia di rovinare per sempre la Mole. «Vogliamo che la gente sia informata – dice Mauro Barrera – questo edificio peggiora il senso di soffocamento, danneggia del tutto i pochi scorci in una zona già  piena di case. Per noi non si deve fare, punto e basta. Salviamo la Mole». All’appello hanno aderito semplici cittadini, che stanno inviando i loro post, professori dell’Università , oltre al filosofo Gianni Vattimo e allo storico Nicola Tranfaglia: «È un ostacolo – dice – a Torino gli spazi per costruire non mancano. Perché proprio lì, perché si deve rovinare quella vista». I residenti sono pronti a dare battaglia. Vogliono convincere la futura amministrazione a cambiare il progetto. La variante al piano regolatore non è ancora stata approvata dal Consiglio in scadenza. Palazzo Civico però è d’accordo: l’area, 750 metri quadri, è stata messa all’asta e comprata nel 2008 da un investitore per 2 milioni e 600 mila euro. «Non si tratta di un mostro – sottolinea l’assessore uscente all’Urbanistica della giunta Chiamparino, Mario Viano – il progetto è figlio di un anno e mezzo di discussione tra lo studio di architetti e la soprintendenza. La richiesta di concentrare i piani su un angolo dell’isolato, mantenendo un vuoto su via Riberi per non alterare lo scorcio della Mole, è un vincolo imposto». E le lamentele dei residenti? «Legittime, ma non dipendono dalla vista. Prevale semmai la filosofia “non nel mio giardino”. È un intervento di riqualificazione e coinvolgere persone vicine all’orientamento politico dell’amministrazione non servirà  a farci cambiare idea». Le foto e le simulazione caricate sul blog dei residenti danno però un’altra immagine. Un blocco che ridisegna il profilo della Mole. «Non sono corrette – ribatte l’architetto Paola Gatti, uno dei progettisti – stiamo parlando di un edificio di 23 metri. La Mole è alta 167 metri. Si facciano le proporzioni». Lo studio “Negozio Blu” prima aveva realizzato un edificio di cinque piani. Poi l’ha modificato a sette, mantenendo però una “fessura” per garantire uno scorcio di vista, imposta dalla soprintendenza. «Siamo alla stessa altezza degli altri palazzi». Per la soprintendente Luisa Papotti è giusto il dibattito, ma si evitino le polemiche fini a se stesse: «È ovvio che con sette piani si vede qualche metro in meno della Mole, ma le modifiche, sono state fatte su nostra richiesta. Quando ci sarà  il progetto verificheremo».


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