Fortezza Europa. Von der Leyen potenzia Frontex, droni e visori contro i migranti

Fortezza Europa. Von der Leyen potenzia Frontex, droni e visori contro i migranti

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Frontex avvia gare d’appalto per 400 milioni di euro per dotarsi di nuovi strumenti utili a fermare gli sbarchi

 

Dalle parole ai fatti. Solo un mese fa illustrando al parlamento europeo il programma per la nuova legislatura Ursula von der Leyen, appena rieletta alla guida alla Commissione europea, aveva promesso di lavorare per blindare ulteriormente le frontiere dell’Unione europea. «Dovremmo sempre tenere ben presente che il confine di uno Stato membro è un confine europeo», aveva spiegato. «Confini più sicuri significheranno anche una migliore gestione dei flussi migratori, una cosa che può essere fatta in modo più giusto, più strutturata».

Sono bastate poche settimane perché quegli impegni cominciassero a concretizzarsi, con l’agenzia europea per il controllo delle frontiere Frontex di nuovo al centro dell’ennesima strategia per contenere gli arrivi tanto che von der Leyen ha annunciato di voler triplicarne l’organico, che dagli attuali 10 mila unità salirà fino a 30 mila, dotandolo delle più moderne tecnologie. Per questo – come anticipato dal sito Euractiv – Frontex ha già avviato gare d’appalto per complessivi 400 milioni di euro circa. Di questi 184 milioni serviranno per l’acquisto di droni e servizi per la sorveglianza marittima, 19 per una fornitura di visori notturni, 185 per tecnologie dell’informazione e della comunicazione. A questi vanno poi aggiunti altri 3 milioni di euro per un progetto pilota che prevede l’utilizzo di droni alle frontiere terrestri per operazioni congiunte con la Bulgaria.

Non è certo la prima volta che aerei senza pilota e guidati da remoto vengono utilizzati per il controllo delle frontiere marittime dell’Unione. A maggio del 2021 sempre Frontex testò a Malta un nuovo apparecchio, risultato di un progetto da 100 milioni di euro sviluppato dall’Agenzia in collaborazione con Airbus e una società israeliana. In quell’occasione, come oggi, l’impiego dei droni venne giustificato come un mezzo per supportare maggiormente le operazioni di soccorso. Rispetto agli aerei i droni possono però restare più a lungo in volo, consentendo così un avvistamento più rapido dei barconi carichi di migranti e quindi l’intervento delle Guardie costiere di paesi terzi.

In passato Frontex ha dovuto rispondere all’accusa di aver deliberatamente ignorato i respingimenti di migranti effettuati dalla Guardia costiera greca. Nel 2022 il quotidiano Le Monde riuscì a visionare un rapporto segreto di 129 pagine realizzato dall’Ufficio europeo antifrode (Olaf) nel quale si denunciavano i «pushback» illegali praticati da Atene verso la Turchia «in violazione dei diritti umani». Respingimenti che sarebbero stati coperti, secondo il rapporto, da alcuni funzionari dell’Agenzia. In seguito a queste denunce l’allora direttore di Frontex Fabrice Leggeri presentò le dimissioni dall’incarico, sostituito a marzo del 2023 dall’olandese Hans Leijtens.

Dopo la recente approvazione del Patto su immigrazione asilo, che prevede la realizzazione alle frontiere europee di centri dove trattenere i migranti, adesso la costruzione della Fortezza Europa passa anche il rafforzamento di Frontex e un maggiore impegno, annunciato da von der Leyen, per incentivare i rimpatri. La presidente della Commissione ha infatti promesso un nuova normativa questo per «accelerare e semplificare il processo, garantire i rimpatri avvengano in modo dignitoso, digitalizzare le situazioni e garantire che le decisioni di rimpatrio siano riconosciute in tutta Europa». Misure che rappresentano altrettanti colpi assestati a quella solidarietà che fu tra i principi fondativi dell’Unione europea.

* Fonte/autore: Marina Della Croce, il manifesto



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