Nel 2023 per il caldo in Europa oltre 47mila morti, il triste primato dell’Italia

Nel 2023 per il caldo in Europa oltre 47mila morti, il triste primato dell’Italia

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«L’adattamento alle alte temperature ha evitato che i decessi fossero l’80% in più»

 

L’Italia è annichilita dal caldo. Se ieri le città in condizioni di emergenza per l’ondata di calore erano 17, oggi sono 19 e domani, alla vigilia di Ferragosto, ben 22. Da Nord (Torino, Bolzano) a Sud (Bari, Palermo) le temperature appaiono fuori da ogni controllo, con picchi di 45 gradi percepiti a Genova. Il ministero della Salute segnala possibili effetti negativi sulla salute di persone sane e attive e non solo sui sottogruppi a rischio come gli anziani, i bambini molto piccoli e le persone affette da malattie croniche. Un’ondata di calore continuata allarga enormemente la platea di coloro che ne possono subire le conseguenze, includendo anche le persone con ridotta mobilità, quelle ospiti in residenze sanitarie assistenziali, ma anche coloro che fanno uso di alcol e droghe.

Il problema è serio, come evidenziano le stime di uno studio presentato ieri: nel 2023, l’anno più caldo mai registrato a livello mondiale e il secondo più caldo in Europa, più di 47.000 persone sono morte in 35 Paesi europei a causa delle alte temperature. La stima è contenuta in un approfondimento condotto dall’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal), un centro sostenuto dalla Fondazione la Caixa, e pubblicato sulla rivista scientifica Nature Medicine.

In termini assoluti, il Paese europeo che ha registrato il maggior numero di morti per il caldo è stata proprio l’Italia (12.743), seguita dalla Spagna (8.352) e quindi dalla Germania (6.376). Considerando invece la proporzione tra numero di morti e numero di abitanti, il Paese con il più alto tasso di mortalità per le alte temperature è stata la Grecia (393 decessi per milione), seguita da Bulgaria (229 decessi per milione), Italia (209 decessi per milione) e Spagna (175 decessi per milione). I dati sono ottenuti incrociando le registrazioni di temperatura e mortalità di 823 regioni di 35 Paesi europei nel periodo 2015-2019, quindi pre-Covid, e quelle del 2023. Paradossalmente, secondo i ricercatori i dati pubblicati rappresentano un bicchiere mezzo pieno: «I nostri risultati mostrano come nel corso di questo secolo si siano verificati processi di adattamento della società alle alte temperature, che hanno ridotto drasticamente la vulnerabilità al caldo e il carico di mortalità delle ultime estati, soprattutto tra le persone più anziane», ha affermato Elisa Gallo, ricercatrice ISGlobal e prima autrice dello studio. Senza questo adattamento, i morti avrebbero potuto essere fino all’80 per cento in più.

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Gran caldo e siccità hanno effetti negativi non solo sugli esseri umani. Ieri sono state 29 le richieste di intervento aereo per rispondere agli incendi: a riceverle il Centro Operativo Aereo Unificato (Coau) del Dipartimento della Protezione Civile. Arrivano da tutto il Centro-sud: 12 dal Lazio, 8 dalla Campania, 4 dalla Calabria, 3 dalla Sicilia, una ciascuna da Abruzzo e Molise. Secondo i dati satellitari del sistema europeo Effis-Copernicus il nostro Paese anche in questo caso guida la classifica relativa al numero di incendi rilevati. Il confronto prende in esame gli episodi che interessano almeno 30 ettari o più, che sono quelli mappati dalla piattaforma: in tutto sono stati registrati 254 episodi a livello nazionale, per un totale di 28.634 ettari di terra bruciata (dati aggiornati all’8 agosto), pari al 24% degli episodi censiti su scala europea. L’Italia detiene questo record negativo anche sul lungo periodo: la media 2006-2023 rileva 290 episodi all’anno in Italia, seguita dai numeri di Portogallo (205) e Spagna (203).

Un altro primato è stato raggiunto dalla temperatura in cima al Monte Bianco, la vetta più alta d’Italia, a 4.805 metri. «La temperatura dell’aria, registrata dalla stazione meteo automatica posizionata al Colle Major a 4.750 metri sul livello del mare, è rimasta sopra lo zero per 33 ore consecutive, dalla mezzanotte del 10 agosto alle 9 del 11 agosto». Lo ha comunicato Arpa Valle d’Aosta: «Siamo praticamente sicuri» che non vi siano state in passato «così tante ore al di sopra dello zero» aggiunge la nota. Lo zero termico ha superato i 5.000 metri sul livello del mare: a rischio, secondo gli esperti, è anche la tenuta dei ghiacciai. Arco alpino osservato speciale nei prossimi giorni.

* Fonte/autore: Luca Martinelli, il manifesto



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