Migranti salvati da un mercantile bastonati dalla Guardia costiera libica

Migranti salvati da un mercantile bastonati dalla Guardia costiera libica

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Naufragio di domenica, a Roccella Ionica le salme di sei migranti, restano ancora 50 dispersi

 

Migranti bastonati dalla Guardia costiera libica per costringerli a lasciare la nave che l aveva soccorsi. La denuncia arriva da Sea Watch, il cui aereo Seabird ha assistito alle violenze. «Ieri circa 60 persone erano state soccorse in acque internazionali dal mercantile Mardive Zohr 1», ha spiegato la ong. «La cosiddetta guardia costiera libica ha affiancato la nave, è salita a bordo, ha minacciato di arresto il comandante e l’equipaggio, e costretto i naufraghi a salire a bordo della loro motovedetta a colpi di bastone».

In un video, vengono diffuse le immagini del mercantile affiancato dalla motovedetta e si vede un uomo colpire con un bastone i migranti. Nel video è contenuta anche la registrazione della conversazione tra il personale di Seabird e il capitano della Mardive Zohr 1: alla richiesta di non consegnare i migranti alle autorità libiche, in quanto sussiste il rischio che «subiranno detenzione, torture e morte», il capitano risponde: «Se non lo facciamo, sarò arrestato insieme al mio equipaggio».

Intanto ieri sono state recuperati i corpi di sei vittime del naufragio avvenuto tra domenica e lunedì davanti alle coste calabresi. Le salme sono state portate dalla Guardia costiera nel porto di Roccella Ionica e in seguito trasferiti negli ospedali di Locri, Polistena, Reggio Calabria e Soverato. per la perizia medico legale. Risultano ancora disperse almeno cinquanta persone, ma le speranze di ritrovarle vive sono davvero esigue.

* Fonte/autore: il manifesto



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