I pensionati Cgil in piazza contro il governo: «Ci avete rotto le tasche»
30 miliardi di tagli sulle rivalutazioni non più recuperabili oltre alla situazione gravissima per più di 3 milioni di famiglie che hanno una persone non autosufficienti e che devono fare i conti con una sanità pubblica a pezzi
I più colpiti dalla manovra del governo Meloni, di cui sono la prima fonte di entrate. Dal fatidico 11 dicembre del 2011 del decreto Salva Italia e dalla riforma draconiana (e le finte lacrime) di Elsa Fornero, i 16 milioni di pensionati guardano con orrore all’arrivo dell’autunno. Perché sanno benissimo che per loro arriveranno brutte notizie e soldi in meno.
PER QUESTO IERI MATTINA le bandiere rosse dello Spi Cgil hanno riempito piazza Santi Apostoli a Roma per la manifestazione nazionale «Ci avete rotto le tasche». Dal palco i racconti di pensionati e responsabili di Leghe dello Spi hanno dato il quadro di una situazione ormai insostenibile, fatta di 30 miliardi di tagli sulle rivalutazioni non più recuperabili e che si trascineranno per sempre, assieme alla situazione gravissima per gli oltre 3 milioni di famiglie che hanno una persone non autosufficienti e che devono fare i conti con una sanità pubblica a pezzi e con una legge quadro nazionale totalmente non finanziata.
«CI HA RIPORTATO IN PIAZZA la richiesta di una maggiore tutela del potere d’acquisto delle pensioni, tagliate dal blocco delle rivalutazioni, la volontà di difendere il diritto a una sanità pubblica, costantemente tagliata, e quello dei giovani per un futuro con un lavoro stabile e meno precario. Il governo non solo ci ha deluso ma ci ha taglieggiato, ci ha tolto le risorse con il blocco della rivalutazione», ha attaccato dal palco il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti. «È un’ingiustizia e continueremo a batterci per riconquistare il diritto ad avere una pensione dignitosa dopo aver lavorato 42 anni», ha continuato Pedretti che si è scagliato «contro il governo della paura»: «la nostra sarà una lotta lunga, aspra, ma non riuscirete a sconfiggerci, non ci faremo intimidire: non abbiamo paura delle vostre grida, i nostri sussurri saranno come tuoni».
A CHIUDERE LA MANIFESTAZIONE, piena di musica e cartelli per la pace in Palestina, è stato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. «Abbiamo un messaggio semplice che non tutti riescono a capire – ha esordito – : siamo in piazza non solo per rivendicare il diritto a una pensione dignitosa ma mettiamo al centro i bisogni di tutte le persone che dopo oltre 40 anni di lavoro hanno diritto alla salute, all’ambiente, alla casa e non vogliono essere un peso ma essere attivi per difendere la democrazia».
Landini così ribalta l’accusa rivoltagli di fare politica: «Noi la stiamo facendo perché non perseguiamo interessi privati ma l’interesse generale». Poi il segretario della Cgil è passato a parlare di sanità: «Il governo dice di aver aumentato da 133 a 136 miliardi il fondo ma rispetto all’inflazione c’è un calo e negli ultimi anni c’è stato un taglio di 37 miliardi, non a caso la stessa cifra che è passata alla sanità privata. Meloni dice di voler ridurre le liste d’attesa ma come è possibile se non fanno assunzioni di medici e infermieri? È una presa in giro», attacca Landini.
LA STESSA OPERAZIONE di sottrazione è stata fatta con il Pnrr: «Hanno tagliato 10 miliardi agli investimenti sul territorio, dimezzato i posti negli asili nido, dissesto idrogeologico, rigenerazione urbana e li hanno dati come incentivi alle imprese». E ancora contro il governo: «Vedo che sul Mes sta facendo una discussione impropria: altri paesi lo hanno votato, ma votarlo non vuol dire applicarlo. Su Mes e patto di stabilità vedo una schizofrenia molto elettorale e poco attenta agli interessi del paese» mentre «sulla manovra stanno mettendo la fiducia che sta impedendo una discussione in Parlamento e non c’è stata una possibilità di confronto con noi: è un problema molto serio perché si sta mettendo in discussione la democrazia del nostro paese».
LA CHIUSURA È UN INVITO a una lotta lunga: «Ci vorrà coraggio – riflette Landini – e quando mi chiedono se porteremo a casa dei risultati io rispondo sinceramente che non lo so, ma so che questo è il momento di combattere senza delegare ad altri, di fare ognuno la propria parte perché se questa battaglia non la facciamo noi, non la fa nessuno». Gli auguri di «buon natale» sono il prodromo per la nuova stagione di lotta: «Dal 2 gennaio in forma per tornare a mobilitarci», conclude tra gli applausi con Ivan Pedretti che riprende la parola citando l’ultimo comizio di Berlinguer: «Lavorate tutti casa per casa, fabbrica per fabbrica» per poi chiedere a ogni manifestante di «parlare con i vostri figli e nipoti per aiutarci».
* Fonte/autore: Massimo Franchi, il manifesto
Related Articles
Tobin tax: via libera dall’Ecofin per l’Italia e altri 10 paesi europei
I ministri dell’economia riuniti nell’Ecofin hanno dato l’ok. La tassa, secondo l’Istituto tedesco per la ricerca economica, genererà risorse per 37 miliardi di euro all’anno, per i Paesi in cui entrerà in vigore. “Pietra miliare nella politica fiscale Ue
Accordo epocale
Adesso non potrà più dire che mentre in America lo osannano qui in Italia gli tirano i gatti morti sul finestrino. Adesso anche da noi qualcuno lo ama. Sergio Marchionne, filosofo del Dopo Cristo, ha vinto su tutta la linea.
Primo Maggio, convergenza delle lotte per rendere visibili gli invisibili
A Milano, Bologna, Roma e in altre città in piazza movimenti, sindacati e auto-organizzati. Sfila un’ampia e eterogenea rappresentanza di un quinto stato ancora frammentato. E’ la festa programmatica di chi, al di là delle vertenze settoriali, cerca una rivendicazione comune come il reddito di base e le politiche per superare la precarietà