Centro Astalli, nel 2010 ben 16 mila richiedenti asilo in cerca di aiuto

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ROMA – Oltre sedicimila persone hanno bussato, nel corso del 2010, alle porte del centro Astalli di Roma, chi per ottenere un pasto caldo, chi per avviare le pratiche di richiesta d’asilo, chi per beneficiare dei servizi di accoglienza e orientamento. Tutte persone in stato di bisogno che hanno cercato sostegno e chiesto protezione. Eppure, nonostante l’aumento delle richieste di aiuto, il centro registra un calo delle domande di asilo, “frutto della politica dei respingimenti”, come si spiega nel report annuale presentato oggi a Roma. Nel rapporto si riferisce anche di una “drastica diminuzione di arrivi dai paesi del Corno d’Africa, a fronte di un aumento di curdi turchi (+30%) e ivoriani (+11)”.  
Nel corso dell’anno è stato instancabile il lavoro svolto nella mensa, che ha sfornato ogni giorno mediamente 330 pasti, per un totale di 60.376 porzioni distribuite nell’anno. I dati, confrontati con quelli del 2009, parlano di un leggero calo di presenze, ma la crescente fragilità  degli utenti appare evidente: sono molte le persone che chiedono il rinnovo della tessera necessaria per accedere al servizio, che normalmente dura sei mesi ma che, in tempi come questi, deve essere prorogata fino anche a 18 mesi. La maggior parte degli utenti (73%) ha meno di 30 anni e le provenienze più diffuse sono Afghanistan (28%), Somalia (14%), Eritrea (11%) e Iraq (8%). I somali e gli eritrei che frequentano la mensa sono solitamente persone in Italia da almeno due anni o inviate nel paese da un altro stato europeo ai sensi della Convenzione di Dublino.

Via degli Astalli diventa punto di riferimento anche per molti richiedenti asilo e titolari di protezione che devono disporre di un indirizzo fisico per poter sbrigare le pratiche burocratiche. Durante il 2010 sono state 5.181 le persone che hanno chiesto di “appoggiarsi” al centro: il 49,5% ne aveva bisogno per ottenere la domiciliazione a Roma, il 25% per ottenere il codice ?scale, il 6,5% per ritirare il permesso di soggiorno, il 19% per formalizzare la domanda d’asilo.

Intensa è stata anche l’attività  di accoglienza di donne, uomini, minori. Il centro San Saba ne è un esempio: ha ospitato 82 persone provenienti da 19 paesi, tra cui molti afgani, e con un’età  spesso inferiore ai 30 anni. La “Casa di Giorgia”, struttura tutta al femminile, ha visto crescere dell’11% il numero delle ospiti: donne sole, spesso con figli, under30, in larga parte provenienti dall’Africa (87,3%). Giovani sono anche gli utenti del centro di accoglienza “il Faro”, che ha accolto 155 ospiti, tutti di nazionalità  afgana. La maggior parte di loro (quasi l’80%) ha un’età  compresa tra i 18 e i 30 anni. Infine, il centro “Pedro Arrupe” ha ospitato 80 persone provenienti da 18 paesi. Nel corso dell’anno sono proseguite anche le attività  ambulatoriali, di insegnamento dell’italiano, del centro d’ascolto (531 utenti) e del centro di orientamento al lavoro (695). (gig) 

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